Maria Tadini, madre del Patriarca (bergamasco) di Gerusalemme: «Speriamo riposi un po'»
La madre di padre Pierbattista Pizzaballa, che per qualche giorno è tornato nella sua Cologno dopo l'importante nomina di Papa Francesco, racconta suo figlio. E si sa: la mamma è sempre la mamma
di Leonardo Berta
La mamma, si sa, è sempre la mamma. Così, anche se il figlio è padre Pierbattista Pizzaballa, il nuovo Patriarca di Gerusalemme dei Latini, una delle figure più importanti della Cristianità, nel cuore di Maria Maddalena Tadini l’orgoglio si mischia a una cura tutta materna per il suo Pierbattista, che domenica 25 ottobre ha celebrato a Cologno l’ultima sua Messa in paese prima di ripartire alla volta di Gerusalemme e riprendere servizio in uno dei luoghi più significativi per il mondo cattolico. Non più come Amministratore apostolico, però, ma come Patriarca.
Nell’abitazione di via Fattoria a Castel Liteggio, a metà strada tra Cologno e Brignano, le fotografie segnano il tempo e raccontano la vita di una famiglia normale, felice. Madre, padre, tre figli.
«Sono contenta e orgogliosa - confessa -. Onestamente, nemmeno Pierbattista si aspettava una nomina di questo tipo. Pensava che dopo tanti anni, il suo servizio sarebbe stato richiesto in un’altra parte del mondo. Invece, il Papa ha ritenuto che lui fosse la persona più indicata per rivestire un ruolo cruciale come questo».
La preoccupazione, dicevamo. Sì perché mamma Maria non lo nasconde proprio: avrebbe sperato per il figlio un po’ di «tregua» dopo anni di una carriera ecclesiastica faticosissima, in uno degli angoli più belli e convulsi del pianeta, la Terra Santa. «Certamente questa nomina deve essere accolta con letizia e con grande senso di orgoglio - ha continuato -. Eppure riconosco che l’incarico non è dei più semplici e richiede uno sforzo significativo. Ormai è tanti anni che Pierbattista si trova in Terra Santa e sa come muoversi. Ciononostante quello di Patriarca è un incarico sensibile che richiede molta energia e impegno. Non nego che quando ho saputo della nomina, mi sono chiesta quando anche il mio Pierbattista avrebbe avuto un momento di tregua. Ma lui... Be’, lui certo non avrà fatto una piega e avrà risposto con l’obbedienza. In fondo il suo motto è semplice: “Fiat voluntas tua”: “Sia fatta la tua volontà”».
Del resto è sempre stato così, fin dai tempi dei calzoncini corti. «A nove anni lui sapeva già di volersi fare prete - ricorda mamma Maria -. Era veramente convinto, aveva sentito la vocazione molto presto, mentre io inizialmente ero contraria, non volevo che andasse in Seminario. Alla fine però è stato così insistente che mi sono dovuta ricredere e l’ho iscritto alla scuola, a Bologna. Devo dire a posteriori che è stata una scelta molto saggia, la strada giusta per mio figlio».
Poi è arrivato l’incontro con i francescani e con la figura di Francesco...