Chi erano

Marito e moglie morti a tre giorni di distanza, il parroco: «Si sono chiamati»

Oltre 50 anni di matrimonio, poi la dura realtà della malattia per entrambi e infine l’addio ravvicinato. Un doppio lutto che ha commosso Cologno al Serio

Marito e moglie morti a tre giorni di distanza, il parroco: «Si sono chiamati»
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Una coppia solida per oltre 50 anni unita anche nella malattia e nella morte: a Cologno al Serio marito e moglie morti a tre giorni di distanza, come racconta PrimaTreviglio.

Marito e moglie morti quasi insieme

A tre giorni dalla scomparsa di Rosa Panzeri, 83 anni, anche il marito Luigi Ubbiali di un anno più giovane si è spento. Un doppio lutto che ha segnato profondamente la famiglia, a cui si è stretta la comunità colognese, che ha partecipato numerosa alle esequie. Erano sposati dal 1968, lui muratore e lei casalinga, genitori del figlio Cesare e nonni affettuosissimi. Una vita di lavoro e dedizione alla famiglia, ma anche di impegno sociale per Luigi, che dal 1999 al 2010 era stato volontario allo Spi della Cgil.

Insieme nella salute come nella malattia

«La nonna 13 anni fa aveva avuto un’ischemia celebrale che l’ha fatta cadere in coma per un mese, ma poi ne è uscita e grazie alla fisioterapia e al nostro aiuto è andata avanti - ha raccontato il nipote Raoul, provato - purtroppo di recente a causa di un’ischemia cardiaca è caduta, rompendosi l’omero e battendo la testa. C’era solo il nonno, che non è riuscito a prenderla in tempo... Con l’ambulanza è stata trasporta al policlinico San Marco di Zingonia. Si è spenta lunedì 27 febbraio.

Il nonno, a cui a novembre hanno diagnosticato una leucemia mieloide acuta, era stato un mese all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ma poi ne era uscito bene, il solito nonno che scendeva a pulire il piazzale e che ci sgridava perché lasciavamo in giro le cose o parcheggiavamo dove non si deve o non tagliavamo l’erba del giardino... Per me è stato come un padre, il mio infatti era sempre fuori per lavoro e mi ha cresciuto. Era un sindacalista e molto interessato alla politica, mi ha trasmesso i suoi valori e ideali di sinistra.

La nonna, che si muoveva con il suo carrellino, era la nostra scusa per andare sempre da loro, che vivevano sopra di noi. È stato difficile informarlo della sua morte a causa di un’infezione legata alla frattura dell’omero: da quando era stata ricoverata il suo unico pensiero era come dovevamo assisterla quando tornava a casa, perché lui sapeva di avere pochi giorni di vita. Era in ospedale anche lui, a Treviglio, perché si era aggravato e il primo marzo, quando si sono celebrati i funerali della nonna, mi sono fatto forza e gliel’ho detto: è scoppiato in lacrime ed è mancato venerdì 3».

Un dolore troppo forte, ma anche un cerchio che si è chiuso. «Forse è stato meglio così», ha detto ancora il nipote che ha ricordato le ultime parole del nonno.

«Se la nonna se n’è andata posso andarmene anch’io con lei, possiamo riposare tutti. È riuscita a fregarmi anche adesso».

Già perché Luigi non amava l’idea della cremazione, ma Rosa aveva chiesto che il primo dei due che avesse lasciato questo mondo sarebbe stato sepolto in un loculo, l’altro cremato e posto insieme a lui.

«Un amore che li ha uniti in vita e in morte»

Lunedì 6 marzo la chiesa parrocchiale era colma di fedeli, venuti a salutare per l’ultima volta Luigi.

«Ha vissuto una dimensione di apertura, di servizio, di benevolenza e di amore con la sua famiglia e mettendosi per molti anni a disposizione del sindacato - ha detto il parroco don Giuseppe Navoni nell’omelia - finché, a causa della salute della moglie, non ha avuto più tempo per altro: tutte le energie e le attenzioni erano rivolte a lei. Questo amore ha unito non solo in vita ma addirittura in morte Luigi e Rosetta, a distanza di tre giorni si sono chiamati, andando oltre il rito che un tempo diceva finché morte non vi separi. Non li ha separati nemmeno lei perché ci sono quasi entrati insieme».

Il ricordo dei nipoti

Prima del termine della funzione sono arrivate dritte al cuore di tutti le commoventi le parole di Cristina, che ha sottolineato la grande generosità soprattutto verso la famiglia, pur con un carattere a tratti pungente.

«Il cristiano viene chiamato alla vita per conoscere, amare e servire e lo zio Luigi lo ha fatto, grazie zio».

Toccante il pensiero di Raoul e Omar.

«Ciao nonno, anche tu come la nonna questa settimana ti sei arreso al tuo destino. Sei stato fondamentale per noi, hai costruito la nostra casa, sei sempre stato presente, dandoci il consiglio migliore o l’ultima scelta. Tu che sembravi indistruttibile ai nostri occhi, una roccia di quelle più dure da scalfire, tu che per noi nonostante la tua ferva tempra avevi un pezzo di cuore per ognuno, non ti sei mai perso nulla di noi. Ogni volta che ci guardavi vedevamo in te quello che volevamo essere, hai sempre esultato in silenzio ad ogni nostro traguardo e ci hai insegnato a vincere ogni nostra battaglia come hai fatto con le tue. Ci hai lasciato un sacco di bellissimi ricordi e, nonostante gli ultimi mesi, ci hai dato la possibilità di viverti al massimo e tenerci stretti gli ultimi ricordi... Sei stato un nonno, un padre, un amico e un maestro, questo e molto di più... Un grazie non basta, ti porteremo nel cuore sperando di essere almeno la metà dell’uomo che sei stato tu».

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