Il morso del pitbull

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Giornali locali riferiscono il caso di una cinquantenne morsa a una mano da un pitbull mentre, col proprio bassotto, si trovava nel parco di una cittadina termale. Il cagnone, trovato aperto il cancello dell’abitazione in cui era ospite, ne aveva approfittato per andare incontro al cagnetto di passo la cui proprietaria, temendo ne volesse fare un solo boccone, gli si è precipitata contro avendone in cambio, dopo breve colluttazione, il morso famoso. L’accalappiacani, prontamente richiesto di intervenire, ha immediatamente accalappiato il morsicatore mentre dell’oggetto delle sue attenzioni primarie - il bassotto - si sono perse le tracce (fonte: Guardie ambientali Bergamo Onlus). Probabilmente sta ancora fuggendo.

Direi che il pitbull ha agito nel migliore dei modi: cogliendo l’occasione del cancello aperto aveva deciso di andare a giocare con un suo occasionale compagno. Non conosciamo il sesso dei due quadrupedi, ma è probabile che si tratti di un maschio e di una femmina. Secondo il codice canino la signora aveva il dovere di lasciarli giocare in santa pace. Il morso che le è toccato non è riferibile alla naturale propensione alla ferocia attribuita dagli umani meno avveduti alla specie dei pitbull, ma al disturbo da lei recato ad un legittimo passatempo. Se non costretti a farlo da scommettitori malavitosi i cani in libera uscita non affrontano i loro simili per il solo gusto di recar loro danno. Di preferenza si avvicinano per far conoscenza, scambiarsi complimenti, registrare l’odore, ruzzare un po’. Certe cose chi ha un cane dovrebbe saperle, così come chi si mette al volante di un’auto deve saper distinguere un segnale di stop da uno di sosta vietata.

Non basta sostenere di amare gli animali per conoscerne il comportamento, o saper leggere le manifestazioni delle loro inclinazioni sentimentali. E tanto meno basta il proclamato amore per poterseli portare appresso in modo da non recar danni a se stessi e ad altri. È stato l’atavico amore materno della signora, risvegliato dall’ipotetica aggressione, a farle prendere la sciagurata - e un po’ precipitosa, ammettiamolo - iniziativa di affrontare una bestia non affrontabile. Lo stesso amore per i piccoli che ha condotto un’orsa del Trentino ad aggredire un cercatore di funghi sospettato di minacciare i suoi piccoli.

Anche l’uomo è - dal punto di vista biologico - una specie animale. Ha quindi l’obbligo di conoscere le regole di comportamento in vigore presso i suoi simili. Fra queste quella che recita “Vietato intervenire mentre il gioco è in corso” è fra le meno passibili di violazione. Meno che meno se il gioco in corso è una delle infinite varianti di quello che tra i cuccioli d’uomo si chiama “giocare al dottore”.

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