Nives Meroi e Romano Benet Un matrimonio con gli Ottomila

Sempre in coppia, sempre con attrezzatura leggera, sempre senza ossigeno, sempre senza «delegare ad altri la responsabilità per la nostra vita», come hanno detto. Romano Benet, di Tarvisio, e Nives Meroi, di Bonate Sotto, entrambi 55enni, hanno completato il loro percorso particolare, lo scorso 11 maggio, con la conquista dell’Annapurna. Sono la prima coppia ad aver scalato tutti gli Ottomila, insieme, senza ossigeno.




Oltre vent’anni con gli Ottomila. Nives Meroi e Romano Benet si sono sposati nel 1989 e hanno fatto la loro prima spedizione sopra gli 8 chilometri di altitudine nel 1994. Hanno cercato senza successo di aprire una nuova via sulla parete nord del K2 (8.611 metri), ma non ce l’hanno fatta (si sono fermati a 8.450 metri). La prima vetta degli Ottomila è arrivata solo nel 1998 con il Nanga Parbat (8.125 metri). L'anno successivo ripetono l'esperienza con il Shisha Pangma (8.027 metri) a cui, solo dieci giorni dopo, aggiungono il Cho Oyu (8.188 metri). Dopo cinque anni senza cime, nell’estate del 2003 mettono a segnano una tripletta eccezionale in soli venti giorni, salendo in serie su Broad Peak (8.051 metri), G2 (8.034 metri) e G1 (8.080 metri).
Una vetta sopra gli 8.200. Fino ad allora, non avevano raggiunto un picco di oltre 8.200 metri, ma infrangono questa barriera nel 2004 con la vetta del Lhotse (8.516 metri). Due anni dopo ecco il Dhaulagiri (8.167 metri) e finalmente il K2 (8.611 metri): è la prima coppia che lo raggiunge. Nel 2007 il tetto del mondo, l’Everest (8.848 metri), e l’anno successivo il Manaslu (8.163 metri). Raggiungono così quota 11, stesso risultato, in quel momento, di Edurne Pasaban e Gerlinde Kaltenbrunner.
La scalata contro la malattia. Tuttavia, poi è cominciata un'altra sfida per la coppia. Durante la salita al Kangchenjunga nel 2009 Romano Benet viene colpito da alcuni malori: erano il preludio di una grave malattia che l’ha tenuto lontano dalle montagne per anni. Nives Meroi avrebbe potuto continuare fino alla vetta, ma non ha voluto farlo senza il marito, con il quale ha condiviso l’alpinismo per una vita intera (si sono conosciuti a 18 anni). Nel prendere questa decisione ha salvato la vita di Romano: quello che sembrava essere un mal di montagna si è poi rivelato una grave malattia. Entrambi hanno combattuto insieme finché Romano è riuscito a rimettersi in sesto (dopo due trapianti di midollo osseo). Per tornare ad accarezzare le alte quote, insieme.
Il lieto fine. Romano, recuperato dalla sua malattia, è risalito con Nivesl nel 2014 restituiti al Kangchenjunga (8.586 metri), e questa volta fino alla fine. Una grande emozione, per la coppia. Nel 2016 ecco il Makalu (8.465 metri). Poi, come lieto fine di una storia intenza e bellissima, l'Annapurna (8.091 metri).