Omar Maldonado, il "boss" del parco Ardens di Bergamo che fa del bene con il basket
Ha 60 anni. È arrivato in Italia dalla Bolivia nel 1995. Grazie alla pallacanestro, unisce giovani di tutte le età e origini. E si prende cura dello spazio
di Clara Scarpellini
«Fai del bene senza guardare in faccia nessuno»: è il motto di un uomo che ha deciso di prendersi cura e custodire il parco Ardens di via Flaminio Ceresoli, a Bergamo. È il sessantenne Omar Maldonado, da tutti amichevolmente chiamato “boss”, che è aiutato nella sua “missione” dal suo braccio destro, ovvero la figlia 24enne Yomar.
Arrivato a Bergamo nel 1995 da Cochabamba, in Bolivia, con la passione per il basket, Maldonado si è sempre impegnato negli oratori e nelle palestre della città con l’obiettivo di coinvolgere i giovani di tutte le nazionalità nel gioco di squadra.
Aiutare ed essere aiutati
«Ho sempre cercato di dare una mano ai ragazzi, soprattutto quelli stranieri che erano arrivati a Bergamo da poco. Conoscevo il loro disagio e lo spaesamento che provavano, perché anch’io avevo vissuto quella situazione prima di loro. Giocare a basket mi aveva aiutato a integrarmi e a farmi sentire parte di qualcosa. Non c’era una motivazione particolarmente complicata che mi spingeva a farlo, semplicemente i miei genitori mi hanno sempre detto di fare del bene senza guardare in faccia nessuno».
Nel 2013, però, Omar fu colpito da un infarto e restò in coma per tre giorni. Al suo risveglio, entrò in una forma di depressione: si chiuse in casa per mesi, terrorizzato dal pensiero che un malore potesse colpirlo di nuovo.
Sensazioni angoscianti e negative iniziarono a tormentarlo. Poi, un caro amico cieco un giorno gli fece visita e lo incoraggiò a fare una passeggiata con lui nel quartiere.
Quel pomeriggio, Omar entrò nel parco Ardens e, grazie all’entusiasmo dei ragazzi che si divertivano a basket, ricordò le emozioni provate nelle sue partite e ritrovò anche la voglia di giocare. «Quel giorno ho capito che dovevo essere grato di essere ancora vivo e che non potevo sprecare la mia esistenza vivendo nella paura. Volevo tornare a stare con i ragazzi».
Un posto sereno a ogni costo
Oggi, quasi tutti i pomeriggi il “boss” lo si trova al parco Ardens. Partecipa e arbitra le partite di basket, ma non solo (...)