Moretti, Garrone e Sorrentino senza premi

Perché la disfatta di Cannes e come l'han presa les italiens

Perché la disfatta di Cannes e come l'han presa les italiens
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Pochi giorni fa vi raccontavamo la 68a edizione del prestigioso Festival di Cannes come un possibile momento memorabile per il cinema italiano. Con tre ottimi film in gara, ci si aspettava di portare a casa qualche premio. La corsa per la Palma d’oro era forse troppo impervia per i nostri candidati, se contiamo che Moretti aveva già vinto con La stanza del figlio e le opere di Garrone e Sorrentino non sono probabilmente le loro migliori in assoluto, ma lascia di certo l’amaro in bocca la totale assenza di premi.

È immediato pensare che la composizione della giuria abbia influito non poco; i fratelli Coen, maestri del cinema post-moderno, hanno commentato freddamente la sconfitta italiana: «Non avevamo premi per tutti». Parole di apprezzamento sono invece arrivate dalla giurata Rossy de Palma: «Mi ha molto impressionato l’interpretazione di Giulia Lazzarini», che impersona la madre malata del film di Moretti ed effettivamente è straordinaria. Ma evidentemente non è stato abbastanza: il premio come miglior attrice è andato ex aequo a Rooney Mara (Carol) e Emmanuel Bercot (Mon Roi).

L’avevamo detto, la concorrenza più agguerrita era quella francese, insieme alla scuola orientale. E così è stato: Audiard, già vincitore del Grand Prix Speciale con Il profeta e pluricandidato alla Palma d’oro negli ultimi anni, è riuscito finalmente ad aggiudicarsi il premio più prestigioso con Dheepan. Allo stesso modo, la miglior regia, assegnata a The Assassin di Hsiao-hsien, non deve stupire: i giurati e soprattutto i Coen (ma anche Xavier Dolan, regista-fenomeno di appena 25 anni) devono aver apprezzato profondamente il gusto estetico cristallino del regista taiwanese.

 

France Cannes Awards Show

 

Non sono questi premi che fanno discutere; risulta molto meno comprensibile la scelta di dare la miglior sceneggiatura a Michel Franco per Chronic, recensito in modo fortemente negativo da tanti critici. In questa sezione si poteva certamente premiare la scrittura felicissima e austera di Nanni Moretti, che per molti con Mia madre ha raggiunto il suo massimo assoluto. Come dicevamo, Moretti ha già vinto abbastanza, evidentemente la giuria non ha sentito il bisogno di riconfermare l’apprezzamento per questo gigante del cinema.

Magra consolazione, molti registi prestigiosi sono andati a casa a mani vuote: Gus Van Sant è stato fischiatissimo, di Denis Villeneuve neanche l’ombra, il rinomato Kore-eda non è riuscito a bissare il successo del 2013 con Father and Son. Lo stesso Carol, che pure è stato premiato per l’attrice Rooney Mara, era considerato un favorito per qualche premio principale. Niente da fare, i Coen hanno preferito celebrare il bislacco Lanthimos con il suo The Lobster, di cui avevamo parlato per la sua sceneggiatura davvero particolare.

France Cannes Awards Show
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Actress Emmanuelle Bercot holds the Best Actress award for the film Mon Roi during the awards ceremony at the 68th international film festival, Cannes, southern France, Sunday, May 24, 2015. The award was shared with actress Rooney Mara for the film Carol. (AP Photo/Lionel Cironneau)

France Cannes Awards Photo Call
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Director Hou Hsiao-Hsien holds the Best Director award for the film The Assassin as he poses for photographers during a photo call following the awards ceremony at the 68th international film festival, Cannes, southern France, Sunday, May 24, 2015. (AP Photo)

France Cannes Awards Show
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Director Michel Franco speaks after he was presented the Best Screenplay award for the film Chronic during the awards ceremony at the 68th international film festival, Cannes, southern France, Sunday, May 24, 2015. (AP Photo/Lionel Cironneau)

France Cannes Awards Show
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Director Yorgos Lanthimos speaks after he was presented the Jury Prize award for the film The Lobster during the awards ceremony at the 68th international film festival, Cannes, southern France, Sunday, May 24, 2015. (AP Photo/Lionel Cironneau)

La stampa nostrana non l’ha presa bene: Il Corriere afferma che «Non è un festival per italiani», citando simpaticamente un film dei Coen, Non è un paese per vecchi, e sostenendo che quest’anno la competizione era modesta, soprattutto per i film francesi. La Repubblica ribadisce la «delusione italiana», ma accetta più di buon grado gli esiti del Festival. Ci va giù pesante Il Fatto Quotidiano: «Ethan & Joen Coen hanno presieduto una giuria che ingiustamente ha trascurato tutti e tre i bellissimi titoli dal Belpaese, favorendo quelli dei “cugini” d’Oltralpe. Senza farne una questione geopolitica, è un fatto che le tre pellicole italiane siano state letteralmente acclamate da buona parte della critica e del pubblico internazionali quando hanno fatto la loro apparizione sulla Croisette. […] Difficilmente una giuria era riuscita a sbagliare tutti insieme tanti premi al più prestigioso festival cinematografico del mondo. Meglio è che i fratelli Coen tornino serenamente al loro lavoro di magnifici registi».

Infine, il conciliante e un po’ facile commento del ministro della cultura Dario Franceschini: «Cannes è un grande Festival anche quando gli italiani non vincono. Un dovere essere qui: Francia e Italia sono insieme il cinema europeo».

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