Contratto triennale per lui

Vettel e la Ferrari: era destino

Vettel e la Ferrari: era destino
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Un campione del mondo se ne va, un altro arriva. È il giorno ufficiale di Sebastian Vettel in Ferrari. Tedesco, come un certo Michael Schumacher. Ferrarista nell’animo, anche se i mondiali, ben quattro, li ha vinti con la fenomenale Red Bull. «È il sogno di una vita che si avvera – dichiara felice Vettel -: un giorno fantastico in cui realizzo le speranze di quando ero bambino. Quando correvo sui kart guardavo Michael Schumacher trionfare con la Ferrari. Era il mio idolo e a vederne le gesta volevo diventare un giorno un pilota della Rossa». Quel giorno è arrivato. Dolce, chiaro, semplice a dispetto di un’annata complicata, causa il mancato feeling con i nuovi motori V6 elettrici e con il più giovane, ma spavaldo australiano, Ricciardo che lo ha spesso battuto.

Ma tutto questo rappresenta il passato. Che è però fatto principalmente di vittorie. Sono 39 in totale i gran premi vinti dal tedesco, il più giovane a vincerne uno (a 21 anni e 73 giorni) a Monza al volante di una Toro Rosso e, soprattutto, sono 4 i titoli mondiali conquistati. Come Alain Prost, un mito della F1 e anch’egli ex ferrarista. Un filo che lega Vettel alla Ferrari. Forse era proprio destino. Perché, oltre ad aver vinto quattro titoli iridati come il francese ed ex ferrarista Prost, Vettel è tedesco come Schumacher, cattivo alla guida e nella voglia di vincere come il suo idolo, perché il primo gran premio lo ha vinto a Monza e alla guida di una Toro Rosso con motore, manco a farlo apposta, firmato Ferrari e, infine, perché l’amore per la Rossa non lo ha mai nascosto, neppure quando stravinceva con la Red Bull. Diceva: «La Red Bull è una squadra fortissima, perfetta. Ma un giorno mi piacerebbe guidare la Ferrari».

Vettel, 27 anni compiuti il 3 luglio, 138 gran premi disputati (di cui 39 vinti), 67 podi, 45 pole, 24 giri veloci e 1610 punti conquistati in carriera prende il posto di Fernando Alonso, il suo avversario più accanito in questi ultimi anni, soprattutto nei mondiali 2010 (il primo vinto da Vettel) e nel 2012, in entrambi i casi per pochissimi punti di vantaggio sullo spagnolo. Alonso lascia con il rammarico di non aver portato a casa neppure un titolo iridato con la Ferrari (l’avrebbe certamente meritato), ma per entrambi era ora di cambiare.

«Era arrivato il momento giusto per una nuova avventura, dopo tutta una vita trascorsa in pratica con la Red Bull, squadra dalla quale ero seguito dall’età di 12 anni, correndo con entrambi i team della società. Adesso affronto una storia diversa con una squadra che ho sognato sin da bambino quando Schumacher correva in rosso ed era il mio idolo. Adesso sono determinato a fare bene e non vedo l’ora di iniziare una bella storia». Che sarà inizialmente di tre anni, fino al 2017, come recita il comunicato della Ferrari che aggiunge: «La Scuderia Ferrari ha deciso di riporre la sua fiducia nel più giovane pluricampione della storia della Formula 1 - ha dichiarato il team manager Marco Mattiacci -. Sebastian Vettel rappresenta una combinazione unica di gioventù ed esperienza, e porta con sé uno spirito di squadra fondamentale per affrontare insieme a Kimi Raikkonen le sfide che ci attendono per tornare a essere protagonisti il prima possibile. Oltre ad una grande sete di vittoria, con Sebastian condividiamo l’entusiasmo, la cultura del lavoro e la tenacia, elementi chiave per costruire insieme a tutti i membri della Scuderia un nuovo capitolo nella storia Ferrari».

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