Nel mirino, 2 mln ricevuti da Blatter

Platini, le Roi che ambiva al trono E la leggenda si scoprì antipatica

Platini, le Roi che ambiva al trono E la leggenda si scoprì antipatica
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«Monsieur Platini va squalificato a vita». Che tradotto: «Tagliategli la testa». Non poteva che finire con una bella ghigliottinata questa storia della Fifa. Le Roi, il re, sul patibolo. E tutti noi, sotto, a chiedere l'ultimo (forse) tributo di questa grande commedia che è il calcio. Come sempre ci eravamo cascati. Perché Platini è Platini, e in fondo l'aria snob ci era sembrata più utile adesso che passava le giornate su un pulpito a predicare rispetto a quando giocava e vinceva i campionati con la Juventus. Ci siamo sbagliati anche stavolta. «Monsieur Platini va squalificato a vita». Le ultime parole del rapporto presentato al comitato etico della Fifa da parte di Vanessa Allard, la stessa che un anno fa indagò Franz Beckenbauer, pesano come un macigno sul futuro del re, le Roi, e anche sulle nostre ultime speranze. Nel mirino c'è un pagamento di 2 milioni di dollari ricevuti da Blatter nel 2011 da parte di Platini per una consulenza di nove anni prima.

 

Soccer FIFA Platini

 

Chiesta la radiazione. La Allard deve aver riscontrato prove di comportamenti illeciti così gravi da chiedere, addirittura, la radiazione per Platini. Tutto questo va, se possibile, persino ben oltre l'etica. Arriva al cuore. Uno strazio infinito. E non è per i soldi, i traffici, gli accorducci segreti. A quelli il mondo è sempre stato abituato. A prenderci in contropiede è l'idea che Platini trasmetteva al mondo. Limpida, onesta, pulita. Di sé aveva costruito un'immagine ben diversa dal politicamente corretto, un dirigente competente, affabile, preparato, e pure lontano dai giochi di potere. Il massimo. Oggi lo ritroviamo invischiato in una vicenda melmosa e putrida. Alla Fifa si vota il 26 febbraio a Zurigo: possibile a questo punto che la poltrona che è stata per tanti (troppi) anni di Blatter se la giochino l'avvocato italo-svizzero Gianni Infantino, 45 anni, indicato dalla Uefa, e lo sceicco del Bharein, Salman, 49 anni, che avrebbe l'appoggio (decisivo?) di un altro sceicco, Al Sabah, potentissimo presidente dei comitati olimpici mondiali. Gli altri rivali contano poco.

 

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Una trappola di Blatter? Platini forse è caduto in una trappola: Blatter ha fatto di tutto perché non prendesse il suo posto e adesso sta davvero per riuscirci. Tuttavia, ancora una volta, la generazione dei moralisti ci ha guidato fin qui. Ora tutto va visto sotto una luce diversa. L'estensione della Champions League e del prossimo Europeo, il fair-play finanziario, le pretese di «respect» sulla manica di ogni giocatore e sui cartelloni pubblicitari. Se tutto sembrava richiamare alla giustizia, e invece niente. Una volta, a un gruppo di giornalisti che lo conosce da anni, rispose così. «Michel, ma guarda che pancia hai messo, stai diventando come Blatter». «Ah, però io non sarò mai come quello». In estate, Le Monde, il quotidiano francese, si chiese: «L'Uefa di Platini è un modello di virtù?». La risposta fu secca: no.

«Non è certo l'uomo nuovo». Per quasi tutti Platini è sempre stato l'altezzoso regale francese, quel reuccio con la puzza sotto al naso, ma comunque capace, giusto, onesto. E invece quanto è antipatico? «Non è certo l'uomo nuovo», disse una volta il sudacoreano Chung Mon Jon, anche lui candidato alla presidenza. Perché era questo che cercavamo, un uomo nuovo anche con qualche capello bianco, purché uscisse da quella nuvola di corruzione in un mondo (il calcio) che rotola nei dollari. Suo figlio Laurent è dal 2012 nella direzione legale di QSI, il fondo d'investimento del Qatar che controlla anche il Paris Saint Germain. E chissà come, le roi Michel era riuscito a smarcarsi dal sospetto di tangenti da parte del Qatar per i Mondiali del 2022 di cui lui era stato il grande tessitore. Sarà un caso?

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