Prefetto, ci siamo stancati di prendere sempre cazzotti

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A occhio e croce, il Prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, ha un rapporto conflittuale con la fortuna. Ci dev'essere una congiuntura astrale negativa nel cielo sopra Via Tasso perché questi sono giorni duri e non solo perché sono i giorni della merla.

Prima i dati sulla criminalità a Bergamo e in provincia, in inquietante aumento (circa 5 mila furti in più in un anno e solo 4 ladri arrestati ogni 100 furti commessi; in aumento rapine, scippi, stalking, corruzione, concussione, ma l'importante è chiudere il Baretto dello stadio, noto covo terroristico). Poi la questione dell'affitto degli uffici della prefettura con la Provincia che vanta un arretrato di circa 2 milioni di euro, secondo la denuncia del segretario leghista Daniele Belotti.

Da ultimo, proprio nel giorno in cui la rappresentante del Governo a Bergamo ha rinnovato l'editto medievale che, per la quinta partita interna consecutiva, bandisce dal loro stadio i tifosi atalantini non possessori dell'omonima tessera, sono stati revocati gli arresti domiciliari ai sei giovani sotto inchiesta per gli incidenti post Atalanta-Roma del 22 novembre scorso. Ora hanno l'obbligo di firma dai Carabinieri e sarà molto interessante vedere come andrà a finire in tribunale, se mai si arriverà in tribunale, perché, prima dei domiciliari, gli stessi ragazzi che sin dal primo istante si sono proclamati innocenti, sono stati detenuti per venti giorni in carcere, manco fossero i tagliateste dell'Isis; sono stati esposti al pubblico ludibrio della più ributtante categoria che esista, quella dei benpensanti; hanno pagato, loro e le loro famiglie, un prezzo pesantissimo, in termini di danni morali e psicologici: quando la loro estraneità ai fatti verrà pubblicamente proclamata, è auspicabile adiscano tutte le vie legali per essere risarciti di ciò che hanno subito.

Al Prefetto di Bergamo e al taciturno sindaco di Bergamo che non dice una parola su un provvedimento che penalizza, discrimina, oltraggia una città intera, vogliamo semplicemente dire che ci siamo stancati.

Ci siamo stancati di uno Stato debole, incapace anche per i fatti del 22 novembre di imporre il rispetto delle sue leggi e che, a due mesi e sette giorni dagli incidenti di Atalanta-Roma, non ci ha ancora detto chi sia stato a scatenarli, quali siano state le vere responsabilità di ciò che è accaduto, chi abbia ferito gli agenti finiti in ospedale ai quali presumiamo non bastino più le solite, vuote, retoriche, parole di solidarietà della Casta che sono pure costretti a servire, sottopagati e supersfruttati.

Ci siamo stancati della criminalizzazione e della discriminazione di migliaia di bergamaschi che vogliono solo sostenere la propria squadra, coltivando in pace la loro passione.

Ci siamo stancati di prendere pugni in faccia, come l'ultimo che è arrivato per Atalanta-Cagliari.

Non ci stancheremo mai di protestare contro questa ingiustizia, a costo di spaccare i timpani a chi non è sordo, ma fa finta di non sentire.

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