Quel coro della Nord per Petagna vale molto più di un suo gol

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Avanti adagio, ma avanti. Considerate come si erano messe le cose nel finale (il palo spallino sul tiro di Antenucci deviato da Toloi e la strepitosa parata di Berisha su Viviani), il pareggio con la bella squadra di Semplici non equivale a due punti persi, ma a un punto guadagnato. E, se lo splendido primo tempo della Dea ha offerto uno dei saggi migliori del calcio di Gasperini, le difficoltà accusate nella ripresa hanno una sola spiegazione: la stanchezza psicofisica di un gruppo che sinora si è comportato nel modo migliore, onorando tutti gli impegni, in Italia e in Europa League.

Sedici punti in 12 giornate e dieci punti di vantaggio sulla zona B del campionato, un punto nelle prossime due partite e sarà cosa fatta la qualificazione ai sedicesimi di finale del torneo continentale: il bilancio dell’Atalanta all’inizio della sosta di novembre è molto positivo. Gasperini aveva avvertito sin da luglio che, nella prima parte della stagione, alcuni punti sarebbero stati persi per strada, sacrificati sull’altare dell’impegno continentale. E così è stato. Un anno fa, dopo dodici giornate, i nerazzurri erano a quota 22, oggi sono a 16. Ma non si erano coperti di gloria in Europa, come hanno fatto in questa campagna che sta regalando grandi soddisfazioni ai tifosi. Quelli veri, s’intende. Quelli che sono sempre al fianco della squadra e non la lasciano mai sola, sospingendola a Bergamo, come a Reggio Emilia, a Lione, a Nicosia. Quelli che ne apprezzano la fatica e ne comprendono le difficoltà. Quelli che in Curva Nord intonano un coro per Petagna dopo che Petagna sbaglia un gol, ma in cima a un’altra partita al servizio della squadra, eccezionale per efficacia e altruismo. Per non dire di Etrit Berisha, in assoluto uno dei più forti portieri attualmente in circolazione.

La sosta arriva a proposito per ricaricare le pile. Le squadre diventano grandi quando sanno gestire il doppio impegno, mantenendosi competitive sull’uno e sull’altro fronte: l’Atalanta è una grande squadra. Il gioco c’è, gli interpreti anche, i risultati pure, e pazienza se il secondo tempo della Spal ha strozzato in gola l’esultanza per una vittoria tanto legittimata nei primi quarantacinque minuti quanto messa a repentaglio a causa del prepotente ritorno degli avversari che hanno sfruttato anche la superiorità numerica derivante dall’espulsione di Freuler, esaltandosi con l’eurogol di Rizzo e mangiandosi le mani per un successo clamorosamente sfiorato. Avanti adagio, ma avanti, Atalanta. Tornerà presto il tempo per correre. E allora non sarà facile prenderti.