Non è affatto uno scherzo

Quello che ha offerto 150 mucche per sposare la figlia di Obama

Quello che ha offerto 150 mucche per sposare la figlia di Obama
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La potenza e la forza dell’amore è in grado di superare ogni tipo di barriera e ostacolo, sia geografico che sociale. Recentemente, a ricordarci questa nota peculiarità del sentimento più prezioso di tutti, ci ha pensato Felix Kiprono, un avvocato di Nairobi (Kenya), che ha “messo gli occhi” su una persona davvero speciale: la figlia del presidente americano, Malia Obama. Il giovane avvocato è cittadino di quella terra che ha dato i natali al padre di Barack e la proposta con la quale il pretendente ha deciso di farsi avanti è alquanto bizzarra e decisamente d’atri tempi. Per intenderci, giusto per rimanere sotto il capitolo “l’amore non ha prezzo”, ha offerto un totale di 150 capi di bestiame in cambio della mano della 17enne figlia del Presidente. Per dovere di cronaca, la lista vanta 70 montoni, 30 capre e 50 mucche. La richiesta ad Obama sarà compiuta il prossimo luglio, quando il presidente americano visiterà per la prima volta il Paese africano in veste ufficiale.

 

 

«Mi interesso a lei fin dal 2008», ha spiegato il giovane avvocato a diversi quotidiani. Testimonianza di un grande amore, certo, ma anche fonte di grande preoccupazioni dato che all’epoca la giovanissima Malia aveva appena dieci anni. «Dopo di allora – ha continuato il pretendente - non sono più uscito con alcun’altra ragazza, e ho promesso di restarle fedele. Ho confessato tutto alla mia famiglia, e loro si sono detti pronti ad aiutarmi». E la famiglia deve aver contribuito anche in maniera significativa dato che secondo alcuni enti africani l'offerta di Kiprono, tradotta in contanti, potrebbe aggirarsi intorno ai 90mila dollari.

«La gente potrebbe credere che io sono interessato ai loro soldi, ma non è così, non è il caso mio», ha assicurato. «Il mio amore è reale». A tal punto reale e vero che avrebbe già immaginato anche il futuro di questa storia. Con lei, desidera «condurre una vita semplice» e spera possa diventare «come tutte le altre donne kalenjin», l’etnia di Kiprono che, come spiega il Corriere, ha davvero poco da spartire con quella dei luo, quella da cui, invece, discenderebbero gli Obama. Tra le altre cose, promette di insegnarle a «mungere una vacca»,  a «cucinare l’ugali (una polenta di mais, ndr)» e a «preparare il mursik», bevanda tradizionale a base di latte cagliato. Insomma, stando a quanto dice l’avvocato keniota, sembrerebbe già  tutto scritto, ma, dettaglio che non ha ancora preso in considerazione, del volere di Malia non se ne è, fino a questo momento, minimamente preoccupato.

 

 

Chi è Malia Obama. A questo punto, pare doveroso cercare di fare un piccolo ritratto della ragazza di cui si è parlato finora. Le informazioni disponibili su di lei non sono molte, ma qualche articolo in giro per il web si era già interessato della sua persona qualche tempo fa. Nata il 4 luglio 1998, Malia Ann Obama ha oggi quasi 17 anni e insieme alla sorella Sasha frequenta l’esclusiva Sidwell Friends School di Washington, stessa scuola in cui studiarono anche Chelsea Clinton, Tricia Nixon Cox e Archibald Roosevelt. La sua educazione è completata da lezioni di piano, flauto e di danza classica. Sul fronte sport, invece, i genitori Obama adottano questa politica: uno sport lo sceglie la figlia, l’altro lo consigliano i genitori. Malia ha deciso di cimentarsi nel calcio, mentre per seguire i dettami famigliari pratica anche il tennis. «I ragazzi tendono ad abbandonare le attività che trovano dure, ma è proprio così che apprendono», ha detto Michelle: «Malia detestava il tennis, adesso lo adora». O così dice la madre. La stampa e i mass media in generale seguono le sorti e le vicende di questa famiglia da diversi anni ma Malia, in tutto questo tempo, non ha mai parlato in pubblico, tranne la volta in cui ha risposto alle domande degli ospiti di un ospedale infantile di Washington.

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