Vive arroccato sugli Appennini piacentini

Quello strano tipo del dottor Mozzi e la sua dieta dei gruppi sanguigni

Quello strano tipo del dottor Mozzi e la sua dieta dei gruppi sanguigni
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Le bestie nere sono soprattutto latte e latticini, glutine, carne di maiale e prodotti affumicati. Poi ogni gruppo sanguigno ha le sue variabili: il gruppo 0 può mangiare tutta la carne che vuole, mentre all’A è consentita solo quella di pollo e tacchino; le lenticchie rosse sono ottime per il gruppo B, mentre sono il male per l’AB; patate e melanzane all’A non fanno per niente bene, se le servi a un AB gli fai un favore. Sono questi alcuni dei dogmi della mitica dieta del dottor Mozzi, che dopo aver avuto un buon successo un paio di anni fa è tornata fortemente alla ribalta nel 2015. Tutto merito del suo libro, La dieta del dottor Mozzi – Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari, andato letteralmente a ruba lo scorso anno, tanto da conquistarsi la prima posizione nella classifica dei libri più venduti su Amazon negli scorsi 12 mesi.

 

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Tipo strano il dottor Mozzi. Nato a Bobbio, provincia di Piacenza, nel 1950, Pietro Mozzi, per tutti Piero, è diventato un vero e proprio guru del nutrizionismo e del salutismo. A guardarlo, francamente, gli daresti ben più dei suoi 65 anni, ma è solo «colpa della barba – spiega a Vanity Fair –. Fisicamente però sto benissimo, ho forza, energia, lucidità e nessun dolore». O forse è colpa della vita spartana che ha scelto di vivere, arroccato a Le Mogliazze, un piccolo borgo della Val Trebbia, Appennino piacentino. Vive lì dal 1974, tre anni prima di laurearsi in Medicina, sebbene poi non abbia «mai indossato il camice bianco in vita sua, mai prescritto un farmaco ai malati o a se stesso, mai avuto un ambulatorio, mai messo piede in ospedale (“solo nel 1974, al San Raffaele di Milano, ma da studente”)», come recita un articolo a lui dedicato nel 2013 da Il Giornale. Una vita strana, quella del dottor Mozzi. A Le Mogliazze, praticamente quattro case in croce, una volta vivevano 7 famiglie, mentre ora sono rimasti soli i Mozzi: Piero, la moglie Veglia, ex insegnante sposata nel 2012 dopo oltre 30 anni di convivenza, e i loro due figli Martino ed Esther (autrice insieme a Gianfranco Negri di due libri di ricette basate sulla dieta ideata dal padre). Oltre, naturalmente, al frutteto, all’orto, alle api e al loro gregge di 50 pecore. Tipo strano ‘sto Mozzi.

Strano, ma in grado di costruire una vera “fede” attorno ai suoi studi, iniziati 40 anni fa. E sebbene, almeno a una prima occhiata, le sue indicazioni siano piene di “dogmi” (niente latticini e niente glutine, ad esempio), il dottore si dice assolutamente «contro i dogmi». Per questo non ama i vegetariani e i vegani, «propagatori di ideologie spaventose». Punti di vista, se si considera che sono invece tanti i medici e gli esperti che ritengono le idee di Mozzi ideologie spaventose. Ma eccoci giunti al punto: cosa predica questo strambo dottore? Predica la cosiddetta teoria dell’alimentazione secondo i gruppi sanguigni, tesi che si rifà alle sperimentazioni compiute negli anni ‘60 dal naturopata americano Peter D’Adamo, riviste sulla base della sua esperienza personale, come ammette lo stesso Mozzi: «Quando a 20 anni ho notato che dopo una scorpacciata di fragole mi veniva la febbre, o che ogni volta che bevevo il latte avevo fortissime coliche, ho cominciato a farmi domande, ho tolto latte, cereali e certa frutta e sono stato bene. Se osservi come reagisce il corpo mangiando alcuni cibi piuttosto che altri, puoi vivere senza ammalarti né prendere medicine».

 

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La sua dieta e l'assenza di basi scientifiche. Il libro l’ha scritto nel 2012, autoprodotto e stampato dalla cooperativa Mogliazze. Fu subito un boom: 100mila copie vendute subito. Grandi case editrici si inerpicarono fino a casa sua per convincerlo a scriverne un altro, ma «vaglielo a spiegare che non avevo nient’altro da aggiungere». Alla vita che noi definiremmo “normale”, Mozzi ci torna poche volte: solo per i mercatini in cui vende i prodotti della sua terra, per la sua rubrica fissa (da anni) su Telecolor e per le sue conferenze, strapiene di persone di ogni tipo e ogni malattia. Se invece si vuole una visita privata, il prezzo è 80 euro, oltre che la fatica di raggiungere casa sua. Da subito sono stati molti quelli che hanno criticato la dieta ideata da Mozzi, secondo la quale ad ogni gruppo sanguigno (0, A, AB e B) corrispondono caratteristiche genetiche ancestrali che incidono sul sistema immunitario, il metabolismo, il peso forma, la predisposizione a intolleranze, allergie e altre patologie e, in definitiva, determinano qual è l’alimentazione migliore da seguire.

La prima accusa è che questa teoria non abbia alcuna base scientifica. Cosa verissima, confermata anche dall’American Journal of Clinical Nutrition, la più aggiornata ed estesa review degli studi finora condotti, e ammessa anche dallo stesso Mozzi, che però nella medicina classica, nonostante i suoi studi, non ha mai riposto grande fiducia: «Anziché indagare sulle cause delle malattie, i medici rimuovono tonsille, adenoidi e appendici, cioè le pattumiere del corpo umano, senza capire che quegli organi sono i primi custodi della nostra salute. Nessuno che indaghi sul cibo. I governanti non hanno capito che l'Occidente va a ramengo per colpa delle diete sbagliate. Basterebbe che un terzo dei malati bisognosi di cure stessero meglio e avremmo soldi per tutto, dalle pensioni al lavoro giovanile. La crisi economica cesserebbe subito». Certo non hanno migliorato la sua immagine alcune uscite fatte durante la rubrica che tiene su Telecolor, dove è arrivato a consigliare l’esclusione dei latticini per guarire la cataratta o di mangiare i fagioli borlotti per combattere la necrosi.

 

 

Perché a qualcuno giova questa dieta? Ma il punto è un altro: la dieta del dottor Mozzi funziona davvero? Se lo si chiede a lui, la risposta non può che essere positiva. La gente effettivamente dimagrisce e qualcuno sta anche meglio. Ma il dottor Enzo Spisni, ricercatore e docente di Biologia nutrizionale presso l’Università di Bologna, la vede sotto un occhio diverso, come ha spiegato a Vanity Fair: «Il gruppo sanguigno non può essere l’unico parametro di riferimento per un comportamento alimentare. Sarebbe come salire su una montagna e sostenere che il panorama è dato da una casetta nella vallata! Che noi mangiamo troppo glutine moderno, troppi latticini e troppi zuccheri è vero, tant’è che malattie causate da un cattivo stile di vita, come patologie cardiovascolari, diabete, tumori e obesità sono in aumento, ma lo dicono da tempo molti studiosi e nutrizionisti. Se, in una situazione così, si tolgono due elementi  come carboidrati e latticini – ovvero ciò che fa Mozzi – è evidente che metà della popolazione ne trova beneficio, al di là del gruppo sanguigno».

Eppure le conferenze che il dottor Mozzi tiene in giro per l’Italia pullulano di persone alla ricerca di dritte o anche solo volenterose di raccontare la loro esperienza positiva. Anche il suo sito (che si è visto quasi costretto ad aprire onde evitare di dover continuamente archiviare lettere di persone che gli scrivevano per chiedergli aiuto) è ricolmo di testimonianze e suggerimenti. Naturalmente, però, l'emodieta di Mozzi può funzionare solo se unita a uno stile di vita sano, magari non tanto quanto il suo («Ogni mattina mi lavo alla fonte qui fuori con l’acqua fredda, anche in inverno. Ho smesso di fumare 35 anni fa, la mattina bevo un bicchiere di acqua tiepida, mangio pochissimo e ho eliminato il caffè che per me, gruppo 0, è un veleno»), ma quasi. Come mai, allora, tante persone ce l’hanno con lui? «Lo vede su che bricco abito da 40 anni? Ho subìto tre processi perché il nostro modo di vivere fuori dagli schemi dava fastidio, mi hanno accusato persino di furto di fascine e occupazione di orti. In Italia vi sono 4 milioni di diabetici. Potrei dimezzare questo numero nel giro di un anno. Ma poi i produttori d'insulina e i diabetologi di che camperebbero?».

 

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O forse, più semplicemente, la realtà è che di scientifico non c’è niente. La dieta del dottor Mozzi è un grande ammasso di “consigli della nonna” che, per carità, a volte possono anche funzionare, ma non offrono la verità e la soluzione su un palmo di mano. Anzi, attenzione a esagerare: ogni dieta “assolutista” nasconde in realtà lati oscuri, compresa quella dello stravagante Mozzi.

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