Reja, è una Dea tartaruga Stangare chi si fa espellere
Implacabile, come soltanto la legge dell’ex sa essere, Giampaolo Pazzini ribalta l’Atalanta a sette minuti dalla fine e le infligge una sconfitta meritata, consegnando all’Hellas la prima vittoria in 23 gare di campionato. Ci voleva questa Dea tartaruga, lenta, sciatta e inconcludente per rianimare l’irriducibile banda Delneri, che avrà anche un piede in serie B, ma si batte con un ardore e una determinazione ammirevoli. Quelle che non ha la rammollita squadra di Reja, brava solo a consolidare il record di espulsioni, giocando in dieci l’ultima mezz’ora a causa della genialità di Dramé, incapace di segnare quando le si presenta l’occasione, ferma restando la bravura di Gollini. Ma un portiere è pagato anche per parare bene, o no?
Quanto al nuovo espulso, l’allenatore o la società o tutti e due devono dire chiaro e tondo ai giocatori che la devono piantare di farsi cacciare o di farsi ammonire stolidamente come Pinilla che, al rientro dopo tre mesi, si è beccato subito un cartellino giallo. Stangare chi si fa espellere, è il minimo: questo gruppo sta buttando alle ortiche una stagione che doveva essere strepitosa e, invece, rischia di finire nel grigiore dei mediocri.
L'’involuzione del gioco atalantino diventa sempre più preoccupante. A questo punto, Reja deve spiegare che cosa diavolo stia succedendo a un'Atalanta che, nella prima parte del torneo era in zona Europa League e adesso arranca. Per fortuna, Zarate al 49’ ha steso il Carpi a Firenze, mantenendo a 8 i punti in meno della terz'ultima, agguantata dal Frosinone, rispetto ai bergamaschi che però, non possono pensare di salvarsi pareggiando o perdendo.
Reja aveva conquistato tutti con lo scintillante 4-3-3, ma, adesso, è andato a infognarsi nel 3-4-3, passando per il 3-5-2 e presentando una retroguardia impresentabile: fra Toloi, Cherubin e Masiello è stata una gara a chi la prendeva meno (il gol di Siligardi è da trasmettere nelle scuole calcio per spiegare che cosa sia una banda del buco). Il centrocampo orfano di Cigarini batte in testa; l’attacco gira a vuoto, con Diamanti e Borriello in evidente ritardo di condizione. Non basta il solo, stremato Gomez a tenere in piedi la baracca. Se qualcuno si sta rilassando tre mesi e mezzo prima della fine del campionato, è il caso di metterlo subito con le spalle al muro.