L'eredità di Tonissi

Salis, l'ex bancario di Città Alta che porta l'arte dei samurai a Mozzo

Salis, l'ex bancario di Città Alta che porta l'arte dei samurai a Mozzo
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Patrizio Salis, di Mozzo, bancario ora in pensione, si avvicina alle arti marziali a metà degli Anni Sessanta e arriva all’Aikido quasi per caso nel 1987. «Non riuscivo a trovare un'attività fisica per mio figlio, allora undicenne, e per caso ho saputo di una palestra di Aikido a Mozzo, vicino a casa mia, gestita dal maestro Emilio Tonissi . E ho detto: perché no?». L’Aikido nasce in Giappone e l’addestramento è molto diffuso nei corpi delle forze speciali di tutto il mondo. Il maestro, Emilio Tonissi di Mozzo - scomparso prematuramente nel 2008 - prima che maestro di Aikido è stato insegnante di sostegno a Mapello. Poliedrico artista, pittore, forse la sua più significativa opera è il grande dipinto che rappresenta la Battaglia di Legnano, commissionata dalla allora Lega di Bossi.

 

 

La passione da allievo. Per Salis comunque, tra il portare il figlio nella palestra di Tonissi e appassionarsi a questa disciplina il passo è stato breve. «Sono sempre stato un pacifista ma l’Aikido mi ha subito coinvolto - racconta Salis - Mi ricordo il primo impatto con i vicini che mi guardavano e vedevano sul terrazzo un pazzo, vestito strano, che gesticolava con un bastone». Gli allenamenti sul tatami - tappeto di allenamento - del dojo di Mozzo - luogo in cui si pratica la disciplina - erano diventati quotidiani e il rapporto tra Salis e il maestro si consolidavano e nel frattempo Tonissi conosce il maestro Morihiro Saito e insieme vanno in Giappone. Per Tonissi è un po’ una ripartenza da zero nonostante fosse già uno stimato maestro e, insieme al suo allievo Salis, si ritrovano nel dojo che ha calcato il fondatore a Iwana in Giappone, dormendo per terra e lavandosi sotto una cascata. Una full immersion nel luogo e nella cultura dove è nato l’Aikido.

 

 

Il club fondato a Bergamo e il senso dell'aikido. Nel frattempo Salis diventa maestro e nel 2006 lascia l’Aikido Scudokan dojo di Mozzo e fonda l’Aikido Club Bergamo. «L’Aikido - prosegue Salis - non insegna tecniche di attacco, anzi in casi di ragazzi un po’ agitati questa disciplina aiuta a incanalare l’aggressività. Nel caso in cui il soggetto risulta invece essere remissivo, timido, la tecnica aiuta ad essere sicuro di sé senza essere spavaldo. Aiuta a riequilibrare le persone amando il proprio corpo in armonia con l’avversario - Prosegue Salis - L’aikido serve per difendere la propria testa, per creare una sfera inossidabile per le tue idee, per essere sempre a testa alta sia intellettualmente che fisicamente, per rafforzare stima in te stesso e gestire bene il proprio corpo per renderlo inattaccabile. Anche con allievi affetti da sindrome fisiche particolari, i miglioramenti durante gli allenamenti sono stati sorprendenti, i genitori spesso ci ringraziano sorpresi nel vedere i progressi dei figli».

 

 

Nel frattempo il figlio di Salis è cresciuto, è diventato 4° Dan e insegna in vari dojo. Salis, in pensione, è ritornato a praticare a Mozzo, in accordo con la signora Lidia, vedova del maestro Tonissi, dove insegna Aikido ai bambini nella palestra dove ha iniziato come allievo. «Sono partito da Mozzo, ho insegnato in parecchi dojo in vari posti e ora sono ritornato nel mio paese anche se - ci tiene a precisare Salis - sono originario di Città Alta».

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