Quando e di chi fidarsi

Si fa presto a dire «Che tempo fa?» Daniele Izzo ci spiega che c’è dietro

Si fa presto a dire «Che tempo fa?» Daniele Izzo ci spiega che c’è dietro
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Ci accompagnano tutti i giorni con le loro previsioni e hanno rivoluzionato l’organizzazione della nostra vita; sì, stiamo parlando dei meteorologi televisivi (che costituiscono peraltro un gruppo ristretto rispetto agli innumerevoli impieghi nel campo meteorologico). Ma come si fa, partendo proprio da capo, il meteo? Per scoprirlo, siamo andati a intervistare il meteorologo Daniele Izzo, che da qualche anno ci tiene compagnia sulle reti Mediaset, oltre a essere professore all’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo.

Cosa sta dietro le previsioni meteo. Quando pensiamo alle previsione meteorologiche ci vengono in mente quei pochi minuti fra primo e secondo tempo di un film o prima del telegiornale. Una manciata di attimi tra una cosa e l’altra. Molte persone però non sanno che, come ricorda Izzo, dietro quel poco tempo c’è il lavoro di milioni di scienziati. A partire  da coloro che piazzano e mantengono boe oceaniche, aerei in rotta, palloni sonda e satelliti meteorologici, i quali ci permettono di avere una serie di rilevamenti, che a loro volta ci danno la situazione del tempo  presente. Una volta raccolta, questa serie di dati viene rielaborata in modelli fisico-matematici, ovvero inquadrata in una griglia di leggi fisiche e approssimazioni matematiche capaci di descrivere il sistema atmosfera e la sua interazione con l’oceano e la superficie terrestre. Parliamo di schemi che ogni giorno vengono affinati dal lavorio incessante di decine di ricercatori. Alla fine, comunque, si traduce il tutto in qualche minuto di diretta comprensibile al pubblico.

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Foto schermo sala regia
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Intervista con Le Iene_ settembre 2014
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TG5 ore 20 con
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Quando fidarsi e quando no. Come ogni prodotto che arriva a un fruitore, anche le previsioni non sono sempre fatte da professionisti, in quanto non esiste un vero e proprio regolamento che punisca i ciarlatani. È bene quindi controllare (soprattutto per i siti online) le credenziali di chi propone le previsioni. Guardando al futuro, Daniele Izzo ci anticipa la volontà di creare un sito che non abbia come scopo la mera competizione commerciale e di lettori con i concorrenti già attivi nel settore, ma l’ambizione di offrire uno strumento puramente didattico, che parli di tematiche legate alla meteorologia.

Chi è Daniele Izzo. Partiamo dal principio: Daniele nasce l’8 maggio del 1974 a Vevey, una cittadina vicino a Ginevra, da genitori casertani. Già dai primi giorni di vita presenta uno spiccato interesse per la neve, che peraltro nei paesaggi svizzeri non manca mai: sta incollato alla finestra ad ammirare i fiocchi che cadono e obbliga il padre a comprargli un termometro per monitorare le temperature. Qualche anno più tardi, dopo aver conseguito la maturità scientifica all’Istituto  Vilfredo Pareto di Losanna, si trasferisce a Milano per frequentare l’università Statale all’indirizzo di Fisica Terrestre ed Ambientale, inserendo nel piano di studi numerosi esami di Fisica dell’atmosfera, Dinamica e Termodinamica. Ma è solo dopo gli studi che si avvicina al mondo della meteorologia e della televisione grazie ad un tirocinio al Centro Epson Meteo, sotto la supervisione del colonnello  Mario Giuliacci (che rincontrerà all’Istituto Locatelli come professore). Ed è proprio grazie alla passione, all’aiuto del colonnello e a un pizzico di fortuna che nel 2002 inizia la sua carriera al Centro Epson Meteo dove, dopo l’esordio televisivo del 2007 a fianco di Emilio Fede nel serale del TG4,viene spostato prima al tg di Italia 1 Studio Aperto e successivamente nel 2010 diventa meteorologo di riferimento del TG5.

 

 

Un ruolo televisivo che come dice lui «è capitato per caso», dato che il suo sogno era quello di diventare un ricercatore nel campo della fisica e considerato il fatto che, nel 2002, all’inizio della sua carriera, le previsioni in diretta erano mandate in onda dal centro Epson solo su Canale 5, mentre le altre reti disponevano soltanto di schermate con in sottofondo speaker professionisti che leggevano testi scritti. Non era quindi nemmeno lontanamente nei suoi pensieri la possibilità di arrivare in televisione. Dove, per la prima diretta su rete 4, esordisce con non poca agitazione: l’ansia che toglie il sonno del giorno precedente, la paura di bloccarsi e non sapere più cosa dire e l’agitazione che continua anche dopo il termine della stessa diretta. Una tensione che ha provato solo un’altra volta, per il passaggio a Canale 5, dove il range di pubblico era decisamente più elevato.

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