Chi si perde in pensieri inutili e spaccia balle in continuazione

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I misericordiosi: quelli che si immedesimano a tal punto nel bisogno dell’altro da considerarlo proprio e prendono come un dono fatto a sé la possibilità di provvedervi. Non c’entra niente esser generosi: dipende da come ci si concepisce rispetto all’altro. Un urlo in spiaggia: per quelli col cuore attento, il bambino che si è fatto male è sempre “il mio bambino”, anche se non hanno figli e se quello che ha gridato non sanno chi sia. Fino a un secondo prima. E i puri di cuore, chi sono costoro?

«Qui non levavit ad vana animam suam nec iuravit in dolum» canta il salmista. Ovvero: chi non si perde in pensieri inutili e non spaccia balle in continuazione.

Ok: quali sono i pensieri inutili? Su questo si può essere abbastanza precisi. Sono quelli cui si ricorre quando si vuole evitare di riconoscere una verità palese o addirittura un dato di fatto. Noi stiamo facendo i compiti sul Vangelo di Matteo, ma la più ampia antologia di pensieri vani (nel senso appena detto) si trova in quello di Giovanni. Un caso per tutti: quello del cieco nato. Il Signore lo incontra, gli mette del fango sugli occhi, gli dice di andare a lavarsi a una certa vasca, quello va e torna che ci vede.

Pensieri vani della gente che lo incontra al ritorno dalla vasca, in ordine di apparizione: non è lui, ma uno che gli assomiglia (risposta: sono io); come ha fatto a tornarti la vista? (risposta: incontro, fango, piscina, ); dov’è ora quello del fango? (risposta: non lo so); come ha fatto a tornarti la vista (da ripetersi n volte)? (risposta: incontro, fango, per n volte); osservazioni transitorie: quello del fango non può venire da Dio, perché oggi è sabato; domanda capziosa: tu chi dici che sia quello del fango? (risposta: un profeta); dove sono i genitori di questo falso invalido? (invitati a presentarsi, vengono loro somministrate le domande precedenti ma i due si avvalgono della facoltà di non rispondere); pressante invito rivolto all’ex-cieco: confessa che l’uomo del fango è un delinquente (risposta: se sia un delinquente non lo so. So soltanto che mi ha ridato la vista); e come ha fatto a ridarti la vista? (risposta: ve l’ho già detto mille volte, forse volete diventare suoi discepoli?); turpiloquio all’indirizzo dell’ex-cieco con accenni ideologici a Mosè e successiva disputa articolata su chi possa e chi non possa essere ascoltato da Dio (risposta: ok. Però questo non toglie che io prima non ci vedessi e ora ci vedo. Mai sentito niente di simile); conclusione: non hai nemmeno finito le elementari e vuoi insegnare a noi? Togliti dai piedi (et eiecerunt eum foras, in originale).

I summenzionati tutto sono, meno che puri di cuore. Parlano e agiscono (il mandato di comparizione a carico dei genitori è un atto giudiziario) nel solo intento di negare che i fatti siano quelli che sono. Il dibattito ideologico su Mosé è la quintessenza di un talk-show sul governo prossimo venturo. L’irritazione per la fermezza con la quale il loro interlocutore ripete la cronaca degli avvenimenti, l’accusa di non far parte della classe colta e la decisione finale di toglierselo da davanti sono i passi necessari a costruirsi la convinzione di non aver mai assistito al recupero della vista da parte di un cieco nato. Dunque: pensieri e parole forzati a cadere al più presto nel dimenticatoio. Obbligati a non esserci mai stati. Vani, per dirla col salmista.

L’ex invalido, al contrario, richiesto da Gesù se credesse nel Figlio dell’uomo, gli domandò a sua volta: E chi è, Signore, perché possa credergli? Risposta dell’uomo del fango: Lo stai vedendo; coincide con chi ti sta parlando. L’altro gli si getta ai piedi in adorazione. Il minimo che potesse fare, direi.

Il cieco è un puro di cuore perché prende atto di un beneficio ricevuto senza tirare in campo ragionamenti che gli farebbero perder tempo - nel migliore dei casi - fino a convincerlo di averci visto da sempre - nel peggiore.

Ecco perché quella mattina, con tutti che lo ascoltavano, Gesù di Nazareth ha potuto dire: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Si riferiva a quelli che, stupiti di essere stati guariti così in fretta e in modo tanto indolore, lo avevano riconosciuto per quello che era. Fino al punto in cui potevano riconoscerlo, ovvio.

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