«Credo nella finale di Coppa Italia»

Silvano aspetta la Dea a Bratislava per continuare a vivere di emozioni

Silvano aspetta la Dea a Bratislava per continuare a vivere di emozioni
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La percezione di cosa sia ormai diventata l’Atalanta la si ha davvero soltanto verso la fine della chiacchierata con Silvano Re, 43 anni a settembre, residente a Bratislava (Slovacchia) da circa un anno dopo aver passato i cinque anni precedenti a Zvolen, città situata nel cuore dello stesso Paese. «Gasperini è semplicemente impressionante. In passato ho avuto per quindici anni l’abbonamento in Curva Nord e di partite, complessivamente, ne ho viste davvero tante. Ma una squadra che gioca così è qualcosa di grandioso, credo che potrei morire serenamente». Iperboli emozionali a parte, la storia di questo bergamasco emigrato all’estero per amore e che lavora vicino al confine austriaco come titolare di un’azienda che si occupa della distribuzione della posta nella città di Vienna, è comune a molti figli della nostra terra che sono partiti per altre città d’Italia o per il mondo per i motivi più disparati. Tutti, però, hanno un legame forte con Bergamo e questo legame si chiama Atalanta. «Sono un tifosissimo della Dea, da giovane sono stato “raddrizzato” da mio cugino Stefano che mi ha portato un sacco di volte in trasferta facendomi capire fino in fondo l’Atalanta Bergamasca Calcio e adesso cerco di diffondere il verbo atalantino anche qui in Slovacchia. Con mia moglie Maria e i miei figli Cristiano e Matilde cerchiamo di portare avanti la passione nerazzurra anche con gli amici. Purtroppo veniamo poche volte l’anno in Italia per tifare e sostenere la squadra dal vivo».

 

 

Parlare di Atalanta a Barcellona o Madrid sarebbe più semplice, farlo dove il calcio non è lo sport più diffuso è più complicato. «Qui seguono tantissimo l’hockey e conoscono il calcio italiano solo per i calciatori più famosi che ci giocano. Noi comunque non molliamo e facciamo sempre il massimo per far conoscere anche l’Atalanta. Mio figlio, che “casualmente” si chiama Cristiano, è vestito spesso con i nostri colori sociali e la maglia ufficiale. A casa guardiamo le partite in streaming, mentre se ci sono dirette Sky o Dazn esiste anche la possibilità di vedere la partita sui canali slovacchi». Dicevamo della grandezza di Gasperini, e bastano due battute con Silvano per capire come ogni occasione sia quella giusta per parlare di Atalanta. «Ho visto tutte le partite di Europa League in tv, dal vivo sarebbe stato molto dispendioso economicamente. Quando abbiamo fatto gol a Dortmund io e Cristiano eravamo impazziti sul divano e abbiamo svegliato pure Matilde che si era addormentata. Non ho visto la gara di Copenaghen, l’abbiamo sentita solo alla radio da Cattolica, dove eravamo in vacanza. Non credevo all’eliminazione, non riuscivo a capire. Passata la delusione, è rimasta una splendida convinzione: ce la giochiamo con tutti. A Natale ero a festeggiare con la famiglia, parlavo con mio cugino Stefano e continuavo a chiedergli come fosse possibile che l’arrivo di un allenatore abbia radicalmente cambiato la nostra mentalità da provinciale. È pazzesco, ho tanti amici genoani che si sentono vedovi senza di lui».

L’Atalanta, dal vivo o in tv, è un piacere per gli occhi e il cuore. «Mi sembra, con le dovute proporzioni, di vedere giocare il vecchio Brasile o il Barcellona: tre difensori e poi via, tutti all’attacco. In questo periodo l’attesa è alle stelle, mio figlio Cristiano continua a chiedermi quando c’è il ritorno di Coppa Italia contro la Fiorentina. Non vede l’ora. E in casa si vocifera già di un eventuale volo Bratislava-Roma con Ryanair... Però della partita di andata mi resta anche un brutto ricordo: il pestaggio. È capitato anche a me di prenderle, mi spiace per chi è rimasto vittima di quei fatti, ma temo che finirà tutto in nulla. Ringrazio Dio che non è successo niente di grave a nessuno, ma continuo a pensare come avrei reagito se su quel bus ci fossero stati mio figlio o mia figlia». Queste partite saranno le ultime con la Curva Pisani ancora su. Le emozioni sono forti e anche Silvano, nonostante viva a Bratislava, tocca con mano un sacco di ricordi. «La demolizione della Nord? Che dire, un po’ di magone lo avrò. Tanti anni passati su quei gradoni di cemento non si scordano, dalle palle di neve con il Cagliari alla grandinata presa quando si giocò lo spareggio con la Reggina. In quella fetta di stadio ho visto tante partite, ho preso tanta acqua e tanto sole, ma il cuore batteva sempre forte. Lo stadio rinnovato è una grande opportunità, credo che sia decisivo per alzare ancora l’asticella. Scudetto? Se non ci fosse la Juventus si potrebbe sognare». Silvano non vede l’Atalanta dal vivo dalla sfida contro il Cagliari dell’anno scorso, ma il suo augurio più grande arriva da un invito semplice e molto apprezzato. «Vi aspetto l’anno prossimo in Europa in Slovacchia o Austria». Contaci fratello atalantino, ci saremo.

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