Star seduti in classe fa male!

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Seguendo alla tele il programma del sabato mattina su Rai 1, ascolto un esperto informatico molto esperto e molto informatico che ha appena richiamato uno studio condotto da una clinica di Detroit sugli adolescenti che passano più di ventiquattro ore settimanali seduti davanti al computer. Di questi uno su cinque, ossia il 20 percento, risulta obeso. Da qui l’indicazione: passare più di quattro ore al giorno (domenica esclusa) a smanettare o giocare col mouse è pericoloso, perché fa ingrassare. La cosa che lo studio non ha spiegato è se la ciccia in deroga derivi dal fatto di stare seduti davanti al computer o dallo stare seduti in classe, nel banco.

Nelle more di questa splendida incertezza si potrebbe suggerire ai responsabili scolastici - dalla ministro alla maestra - l’idea di smetterla una buona volta con la scuola da seduti. Tolte le quattro e spesso cinque, per non dire sei ore/giorno/banco, forse le altre passate tra pixel e app perderebbero molto del loro veleno.

Per non dire poi che la frequenza di un ciccione su cinque si presenta anche fra gli analfabeti digitali. E dunque lo studio di Detroit, che non dice molto sui rischi da tastiera o joystick, un vantaggio ce l’ha: quello di indurre il sospetto che la scuola dei fermi sui banchi sia molto dannosa. Aggiungici lo zaino da artiglieria alpina che i tapini devono caricarsi ogni giorno e ne viene fuori un progetto sanitario nazionale così configurato: se vuoi un paese di magri, con la scoliosi a zero e le note per irrequietezza molesta relegate nel passato, il vaccino c’è già: metti nell’eastpack un tablet e lascia che i ragazzi girino liberamente per la classe e nei corridoi. Se uno sta troppo seduto, il giorno dopo venga accompagnato dai genitori o facenti funzione.

Slogan da appende in bacheca e altrove: “Star seduto fa male anche a te: datti una mossa”.

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