Vite straordinarie

La suora che fermò Billy the Kid

La suora che fermò Billy the Kid
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Per una volta, parlando del Far West, i protagonisti non saranno duelli tra pistoleri, l’assalto a qualche diligenza o le guerre tra indiani e il Settimo cavalleggeri. A richiamare l'attenzione è suor Blandina, al secolo Rosa Maria Segale, una missionaria italiana inviata dopo la metà dell’800 proprio nel Far West per il sostegno dei poveri e dei bisognosi. In questi giorni la diocesi di Santa Fe ha annunciato l'inizio del suo processo di beatificazione. La storia della religiosa ha anche un alone di leggenda dato che per ben tre volte la sua strada incrociò quella di uno spietato bandito: Billy the Kid.

Il primo incontro con il pistolero più veloce del west fu per un compagno della banda di Billy che, rimasto ferito durante una lite, fu abbandonato in una baracca desolata. Suor Blandina se ne prese cura e per settimane, gli diede assistenza evitando così che il malato si uccidesse. Riuscì a salvare anche i quattro medici del paese convincendo Billy the Kid a non ammazzarli. Il pistolero voleva vendetta dato che si erano rifiutati di medicare e operare il suo compagno ferito.

Billy the Kid e la sua banda volevano rapinare un convoglio, ma il giovane bandito accortosi che sulla carovana si trovava la sagoma nera di suor Blandina, mollò la corsa e abbandonò l’impresa. In una fulminea diapositiva è questo l’atto del loro secondo incontro. L’ultimo saluto tra i due avviene nella città di Santa Fè dove la suora genovese ebbe modo di incontrare ancora una volta il fuorilegge, rinchiuso nelle carceri della città. Si trovava isolato in una cella di massima sicurezza e incatenato al muro. Era finito dietro le sbarre nella città di frontiera in seguito alla minaccia di assassinare il governatore Lew Wallace, stimatissimo uomo politico e apprezzato autore del celebre romanzo Ben Hur.

Suor Balndina, la vita. Suor Blandina era nata a Cicagna (Liguria) il 23 maggio del 1850, ma dopo solo quattro anni la sua famiglia salpò dal porto di Genova per cercare fortuna in America. Approdarono nell’Ohio dove a 16 anni entrò nel convento delle suore della Carità con il nome di Blandina, in memoria di santa Blandina, martire nel 177 durante l'impero di Marco Aurelio. Fino a 22 anni fece la maestra  in alcune scuole fino a quando non venne inviata come missionaria a Trinidad, in Colorado. Obiettivo principale della sua missione era la costruzione di una scuola pubblica in questa piccola comunità. Nella cittadella americana Suor Blandina si fece anche promotrice dell'abolizione del linciaggio, una legge "popolana" che condannava senza troppi complimenti chiunque fosse stato ritenuto colpevole di ladrocinio di animali.

Conclusa l’esperienza a Trinidad fu inviata a Santa Fè dove con la stessa energia con cui aveva costruito la prima scuola, si apprestò a dare inizio alla costruzione di un ospedale. Alla fine riuscì nel suo intento e fondò anche una scuola di orfani cui diede assistenza scolastica e familiare. Lasciata la città di Santa Fè, suor Blandina affrontò la nuova tappa della sua vita missionaria spostandosi nella città di Albuquerque. Qui creò una biblioteca pubblica e avviò, insieme alle altre sorelle di Carità, la scuola pubblica "Nostra Signora degli Angeli". L'ultima tappa dell'itinerario di frontiera riportò Suor Blandina a Trinidad, in Colorado dopo 12 anni di assenza. In una città integrata nel mondo produttivo americano l'ormai attempata religiosa svolse i suoi insegnamenti missionari per fare ritorno, dopo qualche anno nella sua città d'infanzia, Cincinnati.

Il suo ultimo compito fu dedicato ai suoi connazionali, i tanti emigrati italiani giunti nelle città americane in cerca di lavoro e di un futuro migliore. La vita di suor Blandina è stata da lei stessa raccontato attraverso il diario At the End of the Santa Fe Trail (pubblicato per la prima volta nel 1932), basato sulle lettere che si scambiava con la sorella Giustina, anche’essa religiosa in Ohio, con la quale intrattenne un lungo rapporto epistolare. Il volume è stato pubblicato in Italia a metà degli anni novanta con il titolo Una suora italiana nel West.

 

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