Tre geni che andavan male a scuola

Contrariamente a ciò che molto spesso si pensa, l’andamento scolastico non sempre si rivela l’indicatore più affidabile delle capacità di ognuno; essere un genio non significa solo collezionare pagelle eccellenti e risultati scolastici esemplari, perché, a volte, il vero acume spicca il volo e si rivela al di là del classico percorso didattico. E chi lo dice? Be’, lo dimostrano le esperienze di alcuni tra gli scienziati più famosi del mondo come Évariste Galois, Alber Einstein, e Thomas Edison, uomini (ma anche donne) di scienza, a cui la scuola ha dato filo da torcere.
Évariste Galois, il genio incompreso
La vita del giovane matematico francese (1811- 1832) si può considerare un lampo di pura genialità. Morto a soli venti anni nel corso di un duello, si contraddistinse per le sue importanti scoperte matematiche. La mente brillante di Galois si dovette scontrare in più occasioni con un sistema scolastico ottuso e retrogrado, incapace di riconoscere un talento eccellente, incompatibile con la mediocrità servile degli altri studenti. Fu così che, durante gli anni del Liceo, Évariste Galois, invece di essere incoraggiato per il buon rendimento scolastico, venne sminuito e addirittura bocciato per la sua scarsa metodicità nello studio e per la scarsa loquacità.
«Questo è l'unico studente che mi ha risposto scarsamente, non conosce assolutamente nulla. Ho sentito dire che questo studente ha straordinarie capacità per la matematica. Ciò mi stupisce enormemente, poiché, dopo il suo esame, ritengo che possegga una scarsa intelligenza», dirà di lui un esaminatore di Letteratura. Descritto come uno studente chiuso, originale, a tratti bizzarro, non trovò mai insegnanti in grado di incoraggiarlo e di comprendere il suo potenziale.
Dopo il liceo venne respinto dalla commissione esaminatrice dell’École Polytechnique per ben due volte, ma Galois, senza perdersi d’animo, ripiegò sulla meno prestigiosa École Normale e intraprese un percorso di ricerca personale che lo portò alla risoluzione di un quesito algebrico vecchio di millenni. In totale autonomia elaborò il metodo per determinare le radici delle equazioni complesse con semplici operazioni algebriche e i risultati delle sue ricerche (coniate poi nella famosa “Teoria di Galois”) sono tuttora celebrati nei libri di scuola.
Albert Einstein, il genio ribelle
«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido», diceva Albert Einsten (1879 – 1955). Contrariamente a quel che si narra sul suo conto, Albert Einstein non era negato in matematica, anzi, a quindici anni sapeva già risolvere perfettamente il calcolo differenziale e gli integrali; aveva però una personalità ribelle, era uno di quelli che non sempre van d’accordo con le regole. Fallì il primo test di ingresso al Politecnico di Zurigo, è vero, ma ottenne comunque il massimo dei voti in matematica e fisica.
Per quanto intelligente, non ebbe vita facile: da bambino soffrì di disturbi al linguaggio che gli impedirono di parlare normalmente fino all’età di nove anni, al ginnasio i suoi professori lo consideravano uno studente svogliato e indisciplinato e fu l’unico studente (nonostante le valutazioni eccellenti) a non ottenere un posto di assistente presso il Politecnico di Zurigo dopo l’abilitazione. Lavorò presso l’ufficio brevetti di Berna, un impiego modesto che gli consentì però di portare avanti le sue ricerche.
Lo studente strambo che portava sempre i capelli spettinati, la maglietta di paperino e i lacci delle scarpe perennemente slacciati, divenne l’ideatore della “Teoria della relatività”, nonché lo scienziato più famoso del Ventesimo secolo.
Thomas Edison, il genio inventore
Inventò la lampadina. E il fonografo. E la sedia elettrica. Eppure i professori dicevano che l’americano Edison (1847- 1931) fosse «troppo stupido per imparare alcunché». Ma i suoi 1093 strumenti brevettati dimostrano esattamente il contrario.
Da bambino, Edison andò a scuola per pochi mesi, pare che il piccoletto si distraesse troppo facilmente e che la sua attenzione venisse calamitata da qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Poco male, l’istruzione autodidatta si rivelò ben più efficace di quella scolastica: Edison si interessò di scienza e di tecnologia, sapeva unire la teoria alla pratica e ben presto si appassionò alle invenzioni del suo tempo. Viaggiò, lavorò come telegrafista e a ventuno anni depositò il suo primo brevetto: un sistema per la registrazione automatica del voto, ma ebbe poco successo. Si dedicò quindi a migliorare l’invenzione del telegrafo, lo strumento che impazzava a in quel periodo; inventò il fonografo, l’antenato del giradischi e la lampada a incandescenza, la meglio conosciuta lampadina. Investì molte energie nella creazione del sistema di rete elettrica e ricevette numerosi meriti anche nell’ ambito cinematografico. Nonostante i fratelli Lumière siano comunemente menzionati come inventori del cinema, bisogna ricordare che nel 1891 Edison depositò la richiesta di brevetto per il cinetoscopio, un apparecchio grazie al quale era possibile osservare immagini in movimento. Anche in seguito, l'inventore statunitense diede un contributo decisivo allo sviluppo della moderna cinepresa e del proiettore cinematografico.