Cosa non si fa per il pallone

Truffe, o forse soltanto furbate Chi ha fregato il mondo del calcio

Truffe, o forse soltanto furbate Chi ha fregato il mondo del calcio
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Gol di rapina, un calcio all’austerità, e cosa non si fa per entrare nel meraviglioso mondo del pallone. C’è chi si finge un campione senza aver mai dribblato nemmeno il tavolo in sala da pranzo e chi ha messo su un giro di squadre di sosia chiedendo milioni di dollari per un'amichevole. Tu chiamali se vuoi tentativi. Di aggirare il talento ed entrare nel meccanismo del gioco più bello (e pagato) del mondo. Ecco alcune tra le più strambe e divertenti truffe del pallone.

 

1 - Lamine Diatta

 

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L’ultima è quella del migrante del Gambia, 18 anni, sbarcato in Italia a bordo di un barcone che poche settimane fa si è presentato da quelli del Chieti. Buongiorno, sono un campione. Lamine Diatta, esattamente. Talmente convincente che i dirigenti della società abruzzese ci sono cascati. Diatta si è ritrovato in campo. Problema: il ragazzo non è l’ex difensore del Senegal. I dirigenti lo hanno scoperto perché «come facciamo con tutti i calciatori abbiamo chiesto i documenti». Ovviamente non sono mai arrivati. Il ragazzo, che fino a qualche giorno prima stava al centro di accoglienza di Alba Adriatica, ci aveva già provato con il Pescara.

 

2 - Il finto procuratore che dà notizie di mercato

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Ha aperto un account su Twitter e si è finto procuratore. Lui, 18 anni, inizia così la sua campagna personale: dare notizie di mercato. «Vi scrivo per dirvi che io non sono un agente di calcio. Sono un ragazzo di 18 anni e negli ultimi due mesi sono riuscito ad ingannare tutti voi, idioti e creduloni, con le mie storie false». L’account ha raggiunto i 40mila followers e, udite udite, Sky Sport, BBC o Daily Mail. Tra le fanta-notizie più assurde quella di Falcao al Chelsea. «Tutto quello che scrivevo era spazzatura - ha confessato poi il ragazzo -, ma è stato divertente vedere come il mio profilo sia stato utilizzato come fonte attendibile di notizie. La mia preferita riguarda proprio Falcao: nel giro di poche ore tv e giornali di Spagna e Inghilterra hanno riportato la mia bufala».

 

3 - Le finte nazionali africane

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E poi c’è qualcuno che si è messo a fare i soldi spacciandosi per sosia ottenendo due milioni di dollari a partita Vuoi giocare una partita contro una nazionale africana? No problem: chiama Wilson Raj Perumal. In pratica Perumal allestiva delle vere e proprie squadra fatte di sosia, ricreando delle nazionali di calcio dei vari paesi africani per giocare incontri in Bahrain, Qatar, Oman e Kuwait. La cosa è stata smascherata quando il Bahrain ha pubblicato sul suo sito ufficiale la notizia di una clamorosa vittoria sul Togo di Adebayor. I vertici della Federcalcio togolese sono caduti dalle nuvole. Nessuno aveva mai organizzato una gita a Manama.

 

4 - Il Mondiale in Patagonia, 1942

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Questa non è una vera truffa, ma una trovata bellissima. Negli scavi paleontologici di Villa El Chocon, nella Patagonia Argentina, un giorno trovano uno scheletro. Al suo fianco, una macchina da presa modello anni Quaranta ha conservato per quasi sessant'anni un documento di inestimabile valore storico: le riprese della finale del Campionato Mondiale di Calcio giocato in Patagonia nel 1942, a migliaia di chilometri di distanza da un'Europa impegnata a fronteggiare la minaccia del nazismo. Una tappa della storia del calcio mai riconosciuta dagli organi ufficiali dello sport e per decenni rimasta avvolta dal mistero, anche a causa della tremenda alluvione che si abbatté sulla Patagonia il giorno della finale (il 19 dicembre del '42), provocando il crollo dello stadio i cui resti sono ancora oggi sommersi dall'acqua. Il film si intitola Il mondiale dimenticato. È di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni.

 

5 - Piacere, Eriberto

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Indimenticabile la storia di Eriberto, ex giocatore, che truffa l’Italia intera dichiarando un nome finto e un’età diversa da quella che aveva davvero. La sua storia inzia nel 1996, quando il ragazzo povero Luciano Siqueira de Oliveira, con il sogno di entrare nelle giovanili del Palmeiras, squadrone di San Paolo, rimedia una carta d' identità falsa con il nome di Eriberto Silva da Conceiçao, nato il 21 gennaio del 1979. Da allora la vita ha iniziato a sorridergli e forse proprio per questo non gli è stato possibile tornare indietro. Bologna, Chievo, Inter, Mantova: quasi 400 partite nel campionato italiano.

 

6 - Carlos Henrique Raposo

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Ma il più grande di tutti è lui, il Kaiser, Carlos Henrique Raposo. Per vent’anni ha giocato nelle principali squadre del campionato brasiliano, ha frequentato i campioni carioca, ha vissuto gli anni d’oro della sua generazione. Senza mai toccare un pallone. Faceva l’attaccante, ma non ha mai segnato il becco di un gol. La sua storia la trovate (anche) nel libro Maledetti Sudamericani. Quando decide di provare davvero a fare il calciatore, Carlos vola in Corsica per giocare nell’Ajaccio. Non nella prima squadra, ma nel Gazeléc, un piccolo club di terza divisione. Lo presentano a centrocampo. Lui va nel panico, sa fare appena quattro palleggi. Idea: alla folla che acclama il campione arrivato dal Brasile, Carlos manda baci e ovviamente palloni, tutti i palloni, omaggi per i fan. In campo non ne resterà nemmeno uno, e anche quella volta il Kaiser riesce a cavarsela.

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