Ancora sul tweet di Stendardo

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Non mi intendo di calcio, invoco quindi immediata clemenza. Ma per attenzione, filosofia di vita e qualche annetto sulle spalle, di uomini sì. E nel caso di Guglielmo Stendardo che, bando alle ipocrisie, conosco piuttosto bene posso e forse devo dire la mia.

Partirò dal fatto che attraverso questo ragazzo bravo e intelligente ho cominciato ad apprezzare gli sforzi di tanti giovani sul terreno di gioco e sempre grazie a lui ho anche capito che non tutti i calciatori sono bulletti un po’ "tamarri" e privi di una qualsiasi forma di istruzione che vada oltre le leggi del pallone. Ho imparato la lezione da Guglielmo e Willy: davvero quasi due personalità distinte che però si integrano, arrivano a spiegare completamente il perché di una natura semplice e al contempo complessa.

Da una parte Guglielmo, un uomo dal carattere franco, appassionato come la terra fatta di sole e mare da cui proviene e a cui è fortemente attaccato come può esserlo un buon albero alle sue radici. Dall’altra Willy, il calciatore di talento che riesce a imprimere alla sua mimica facciale espressioni titaniche che Guglielmo rivela invece nello studio, nello stringere i denti nonostante la fatica, nell’andare avanti a tutti i costi. E nel capire che una persona "intera" non può affidare tutto ai muscoli e all’immagine dell’eterno giovane ben piazzato e atletico, perché il tempo passa e sono allora le doti della mente a prevalere, quel patrimonio esclusivo e mai spodestabile che proviene solo dalla cultura.

Guglielmo ce l’ha fatta, è avvocato. Un giorno potrà fare della sua vita ciò che meglio desidera: è stato Willy, magnifico giocatore dell’Atalanta, e se lo vuole sarà altrettanto magnifico uomo di legge nei giorni a venire. Ancora una volta i due volti della stessa persona, di un carattere dolcemente determinato si combinano perfettamente. Atletico alla stadio così come nell’allenamento intelligente e costante della materia grigia: ci vuole disciplina e molta volontà, per dirla con quel nostro "mito" comune che è Franco Battiato. Qualità che Guglielmo ha dimostrato di avere, affinando questa fermezza proprio con una ricerca spirituale che ha trovato spesso felice approdo nelle parole e nella musica del celebre musicista e filosofo siciliano.

Adesso leggo del ‘twitter’ lanciato da Willy Stendardo affinché Silvio Berlusconi raccolga e financo colga. “L’ingaggio di un calciatore non è spesso rispondente al suo valore tecnico”. Perfetto: Jacobelli sentenzia giustamente Stendardo-Berlusconi: 1-0. E se ho scritto questo articolo, dipende proprio dal fatto che io per niente intenditore di calcio, ma invece osservatore d’uomini, ho trovato volgare e fuori luogo e inesatta l’uscita di Berlusconi riportata da tutti i media. O meglio, mi correggo,  esattissima e perfetta se misurata su chi da sempre crede che il denaro calcoli, pesi e compri tutto. Io ti pago tu DEVI rendere. Squallidamente comico.  Mi auguro che la lezione contraria possa insegnare all’emerito presidente che le cose non stanno affatto così. Forse è troppo tardi, o forse no: chissà...

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