XXI edizione del torneo

L'emozione di Umberto Bortolotti «Si respira un po' di calcio europeo»

L'emozione di Umberto Bortolotti «Si respira un po' di calcio europeo»
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Il Trofeo Achille e Cesare Bortolotti non è mai un appuntamento come gli altri. Si giocherà in amichevole questa sera contro lo Shakthar Donetsk nel nuovo stadio di Bergamo e c'è da pensare che la risposta del pubblico sarà come sempre importante. Ciò che conta davvero, però, è il ricordo che, da oltre vent’anni, è vivo nel cuore e nella mente dei tifosi atalantini dei due storici presidenti della Dea. Lo sa bene Umberto Bortolotti, fratello di Cesare e figlio di Achille, che racconta a Bergamo Post le sue emozioni prima dell’ennesima edizione della serata dedicata alla sua famiglia.

Umberto Bortolotti, siamo all’edizione numero XXI del Trofeo dedicato a Cesare e papà Achille: emozioni?

Devo dire, con grande piacere, che ormai il Trofeo Bortolotti è diventato un appuntamento fisso e sempre molto ben organizzato. Negli anni scorsi, lungo tutta la storia delle venti edizioni già giocate, ci sono stati degli alti e bassi ma ora il Trofeo Bortolotti per l’Atalanta è un po’ al livello del Trofeo Berlusconi per il Milan: un evento che tutti i bergamaschi aspettano con entusiasmo e gioia per ricordare Achille e Cesare. Sono molto grato all’Atalanta per questo.

 

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Nel suo cuore, come vive questi momenti?

Il tempo ovviamente affievolisce un po’ i ricordi, anche dal punto di vista strettamente personale e penso sia anche normale. Con un appuntamento annuale di questo livello, resta sempre vivo il significato del passato e la memoria di queste due persone, verso cui vedo attestati di stima e di riconoscenza grandissimi anche a distanza di anni. Io e tutta la mia famiglia siamo molto contenti di questo affetto e della considerazione per quello che hanno fatto i Bortolotti per l’Atalanta.

Chi ci sarà allo stadio in rappresentanza della famiglia?

A rappresentare la famiglia ci sarà mio nipote Nicola, io non riuscirò a rientrare in tempo ma con la mente e con il cuore sarò allo stadio. Mi mamma ha raggiunto i 92 anni e non penso che se la sentirà di venire allo stadio, ma il cuore batte sempre e comunque per l’Atalanta, che è qualcosa che vive dentro tutta la nostra famiglia. Tra l’altro, legato a Nicola c’è anche un episodio molto curioso: in una delle prime edizioni, decisi di entrare in campo con lui ma non era molto convinto. Mi prese praticamente a pugni sulla pancia per tutto il tragitto dal tunnel al centro del campo, davanti allo stadio intero: finimmo anche in tv, era molto emozionato ed era piccolino. Oggi ha 27 anni.

 

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Stadio rinnovato e grande avversario: il modo migliore per ricordare degnamente due grandi presidenti...

Il livello tecnico, con la partecipazione dello Shakhtar, è certamente molto alto. Spero che la risposta del pubblico sia molto buona, ci sarà la possibilità di respirare un po’ di calcio europeo. Arriva un avversario di caratura internazionale, stavolta solo per una amichevole ma chissà che in futuro non si possa tornare a vivere notti magiche come quelle del passato, con l’Atalanta in Europa. Mi sembra che si stiano facendo passi importanti, sotto tanti punti di vista.

Le piace l’Atalanta che sta nascendo?

A me piace sempre l’Atalanta. Ogni anno sono concentrato sul risultato del campo, oggi credo che dal punto di vista del bilancio oltre che tecnico ci siano stati degli ottimi movimenti, e quindi c’è fiducia. Mi è piaciuto molto leggere le parole di Sartori su come si è operato. La sistemazione dello stadio, poi, è un altro fattore estremamente importante. Dal punto di vista imprenditoriale, l’Atalanta è messa benissimo quindi gli ingredienti giusti sono sul tavolo. Seguiamo la squadra e sono sicuro si possa fare bene.

 

SPO -  CALCIO:ATALANTA 2 giornata 2013-14

 

Lo stadio si chiama “Atleti Azzurri d’Italia”, si attende da anni l’intitolazione ai Bortolotti...

Questa è una scelta che deve essere fatta senza che nessuno si senta obbligato in alcun modo e senza polemiche. I tifosi hanno fatto qualche anno fa la loro intitolazione con quella targa fuori dalla Creberg e ne sono orgoglioso, se anche chi deve decidere per l’intero stadio avrà l’intenzione, il piacere e la convinzione di dare il nome della mia famiglia allo stadio di Bergamo ben venga. Ma non ne faccio una tragedia. Dico di più: lo stadio può anche diventare “Atalanta Stadium”, l’importante che sia a tutti gli effetti la casa dell’Atalanta e se anche dovesse arrivare la dedica di un settore a qualche personaggio del passato non sarebbe male. Ce ne sono tanti che, nella storia, sono stati importanti per questa società.

Chiudiamo con una domanda secca: chi è il giocatore simbolo e quali gli elementi che più la stuzzicano della rosa di quest’anno?

Dal punto di vista umano e sportivo, credo che oggi il simbolo dell’Atalanta sia Gian Paolo Bellini. Bergamasco e atalantino, nonostante oggi giochi poco la storia parla per lui. Mi stuzzicano poi tutti i giocatori nuovi, voglio vedere fin dove arriva de Roon e mi aspetto una bella stagione di Grassi e Conti. Poi ancora Kurtic e Monachello. E mi aspetto risposte dai giocatori più “anziani” che l’anno scorso hanno giocato un po’ sotto le aspettative. Sempre e comunque per il bene dell’Atalanta.

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