Un genio che non si è compreso

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Il testo del telegramma è incontrovertibile, a prova di smentita e di diniego. Tant’è vero che il giorno dopo la notizia data in anteprima dagli ottimi colleghi di Telenord Genova, la Samp ha provato ad arrampicarsi sugli specchi, scivolando però sui fatti. Antonio Cassano ci è ricascato. Una lite con l’indimenticabile presidente Riccardo Garrone, negli spogliatoi di Bogliasco, gli costò la prima cacciata dai blucerchiati. Un’altra piazzata, stavolta con l'avvocato Romei, braccio destro del presidente Ferrero, dopo il pessimo derby straperso dalla sua squadra, ha chiuso la seconda esperienza doriana del signore di Bari vecchia che, in luglio, compirà 34 anni e che sarebbe stato un fuoriclasse, se soltanto l’avesse voluto.

 

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Invece, il genio troppo spesso è stato dribblato dalla sregolatezza, al punto che persino Ferrero, pirotecnico almeno quanto il suo giocatore, ha detto basta. Quando riapprodò a Genova, Antonio accettò la clausola anticassanate, singolare primizia della contrattualistica calcistica, che ora si è ritorta contro di lui come un boomerang. Ha un contratto con la Samp in scadenza il 30 giugno 2017, ma, finito il campionato, cambierà squadra. Sarà la decima da quando ha cominciato a tirare calci a un pallone. Come diceva Flaiano, il peggio che possa capitare a un genio è di essere compreso. Peccato che Antonio continui a non comprendere se stesso.

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