Dal Mapello ai neroazzurri

Vecchi, «il guerriero della luce» traghetta una squadra senz'anima

Vecchi, «il guerriero della luce» traghetta una squadra senz'anima
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Nuovi dolori, vecchi silenzi. Resta immobile davanti al disastro europeo anche lui, l'uomo che sorride poco, il ragazzo concentrato sugli schemi, il nostro Stefano Vecchi. A 45 anni la sua faccia è diventata un po' più conosciuta: doveva essere un eroe per caso, è stato un passaggio a vuoto. Con la sconfitta contro il Southampton, l'Inter invece fa un passo verso il burrone dell'eliminazione in Europa League. Rinnovata, strigliata, "Deboerdizzata", la squadra nerazzurra ha affidato all'allenatore bergamasco della Primavera una notte da luci della ribalta. O quasi. Lo hanno messo sì ai margini della panchina. Traghettatore (così li chiamano) di anime o squadre senz'anima. «Sì, probabilmente l'Europa è compromessa. A questa Inter serve solo fiducia perché le qualità ci sono, ma senza crederci non si va lontano», ha detto Vecchi a fine partita.

 

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Lo sa bene lui, che nel suo talento ci ha sempre creduto. Ai tempi della Promozione lo vedevano seduto in panchina concentrato su fogli di carta scarabocchiati a mano. «Schemi. Studia gli schemi», lo indicavano i dirigenti a chi domandava il perché di cotanta concentrazione. Sbalorditi, alcuni avevano il coraggio di schernire: «Schemi? In Promozione? Bah». Lo stolto guarda il dito, mai la luna. Anche sui campi di provincia. Vecchi invece guardava già oltre il Mapello, la squadra che ha fatto diventare una piccola realtà vincente. Senza mai accontentarsi di arrabattarsi tra il fango e gli spogliatoi scalcinati, ma cercando un senso alla sua idea di calcio. Passò alla Colognese in Serie D, poi alla Tritium conquistando due promozione di fila (in D e in Seconda Divisione).

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Da lì in poi la carriera di Vecchi è diventata un collage di panchine e buoni risultati: Spal, Sudtirol, Carpi in Serie B. Finché l'Inter non ha pensato bene di concedergli una chance in Primavera. La sua piccola Inter vince un Torneo di Viareggio e una Coppa Italia. Ma le carriere nei club internazionali, si sa, sono lente, lunghe, macchinose. La scena se la prendono i Benitez, i De Boer, allenatori dal fascino poco nostrano. A quelli come Vecchi viene concesso un attimo troppo breve per fare la differenza. Sono loro a crederci più di altri. Anni fa Vecchi regalò ai suoi giocatori Il Manuale del guerriero della luce di Coelho (il suo scrittore preferito). Con dentro la sua citazione perfetta: «Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere». I tifosi dell'Inter ora sanno cosa fare.

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