500 anni dalla riforma

Chi sono i protestanti a Bergamo (una volta svizzeri, oggi africani)

Chi sono i protestanti a Bergamo (una volta svizzeri, oggi africani)
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Fotografie ©BergamoPost.

 

Cinquecento anni fa, Martin Lutero dava voce al suo pensiero, alle sue critiche, al suo dissenso nei riguardi della Chiesa romana ed esprimeva la sua idea di Chiesa, l’esigenza di cambiamento. La Riforma protestante è arrivata anche in Bergamasca e cinquecento anni dopo alcune delle istituzioni culturali più prestigiose della città hanno promosso un itinerario, una serie di incontri che si è aperta venerdì 13 gennaio con la lezione di Emidio Campi dal tema: La Riforma protestante compie 500 anni. Origine, storia e attualità dell’espressione Ecclesia semper Reformanda.

L'arrivo dei protestanti in terra orobica. Si legge nell’introduzione alla manifestazione: «La vicinanza alla Valtellina, territorio allora di dominio grigionese e in cui il culto riformato era liberamente praticato, gli intensi scambi commerciali con la Svizzera e con le città meridionali tedesche, il clima di relativa libertà garantito dalla Serenissima furono condizioni che favorirono una precoce diffusione in terra orobica delle dottrine di Lutero e degli altri riformatori, nonché la formazione negli anni Quaranta e Cinquanta di un consistente e diffuso dissenso religioso. Agli inizi dell’Ottocento fu istituita inoltre in Bergamo una Comunità evangelica riformata, composta in prevalenza da famiglie di imprenditori svizzeri. Attraverso varie vicende che hanno visto la composizione sociale ed etnica subire profondi cambiamenti, la Comunità è tuttora operante come espressione locale della Chiesa Valdese».

 

 

Non più svizzeri, ma africani. La comunità protestante è profondamente cambiata in questi ultimi vent’anni. Un tempo era la comunità degli svizzeri e dei loro discendenti, fedeli che appartenevano per lo più agli ambienti sociali più elevati di Bergamo. Dice Luciano Zappella del Centro culturale protestante di Bergamo: «Sì, la comunità protestante in questi anni è cambiata, la componente svizzera oggi è un ricordo del passato. Per ragioni anagrafiche, e per motivi legati alla “secolarizzazione”, all’allontanamento di tante persone dalla religione. Adesso è notevole la presenza di africani del Ghana; negli ultimi anni è stata notevole la crescita di fedeli della Costa d’Avorio e del Camerun. Sono soprattutto Presbiteriani della Chiesa riformata di matrice calvinista, quindi vicina alla nostra comunità che appartiene dal 1934 alla Chiesa Valdese e Metodista, pure legata alla matrice Calvinista piuttosto che alla Riforma Luterana».

Sulla carta, gli iscritti alla Chiesa Valdese di Bergamo sono duecentocinquanta. In chiesa, per il culto della domenica, ormai la metà dei fedeli è di origine africana. Continua Zappella: «Abbiamo comunque tenuto unitario il culto, evitando di sdoppiare le liturgie. Il sermone si continua a farlo in italiano, ma con una traduzione in inglese. Sulle attività ecclesiali l’integrazione è buona. È importante lavorare per una cultura religiosa comune evitando le divisioni».

 

 

Tutti gli appuntamenti della rassegna. Il secondo incontro dell’itinerario proposto nella nostra città si è svolto il 19 gennaio nell’aula magna di via Pignolo 123 dell’università di Bergamo sul tema La disputa delle indulgenze (1517), con Marco Vannini, Guido Dall’Olio e Marco Pellegrini. Per poi proseguire, giovedì 26 gennaio, con Iconoclastia e iconofilia: radici antiche e problemi contemporane. Il prossimo appuntamento sarà il 7 febbraio alle 19 nell’Istituto di Scienze religiose di Bergamo, in Seminario, su: Le origini della Riforma: un bilancio dell’attuale ricerca storica; parleranno Lothar Vogel (facoltà Valdese di teologia di Roma), e Giovanni Rota (direttore istituto scienze religiose). E poi le iniziative andranno avanti, pressoché per tutto l’anno.

Una camminata, una maratona all’interno del mondo protestante che andrà dal Ciclo di letture luterane (per esempio lo scritto di Lutero Il padre nostro spiegato ai laici) al convegno del 28 ottobre a cura del Centro studi Archivio Bergamasco sul tema Il dissenso religioso a Bergamo e nel Bergamasco nel Cinquecento, con approfondimenti di Ugo Rozzo (Lutero in Italia dal 1510 al 1538), Rodolfo Vittori (Libri, biblioteche, lettori a Bergamo nel Cinquecento), Chiara Quaranta (Manifestazioni ereticali a Bergamo e nel Bergamasco), Giulio Orazio Bravi (I riformati bergamaschi Girolamo Zanchi e Guglielmo Grataroli prima dell’esilio). Tante iniziative che spaziano dal mondo, all’Italia, a Bergamo.

Fra gli altri eventi anche la presentazione e commento di un manoscritto inedito cinquecentesco dal titolo: La religion Christiana si viverà sicura delle insidie luterane. 1548-1563, di cui si parlerà il 14 giugno a cura di Ateneo, biblioteca Mai, università di Bergamo e Fondazione Bergamo nella storia. E poi ancora il ruolo del convento di Santo Spirito e della sua chiesa nella lotta contro la Riforma a Bergamo, chiesa che si trova nella Pignolo bassa e convento che ancora è possibile in qualche modo riconoscere.

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