Approvazione unanime a Gandino: verrà demolita la ex Colonia del Monte Farno
Via libera del Consiglio Comunale al progetto di fattibilità: abbattuta la vecchia struttura, sorgerà un centro informazioni con ristoro e camere. Ora caccia ai fondi regionali, decisivi per attuare l'intervento entro il 2022
di Giambattista Gherardi
A suo modo, quella dell’8 marzo 2021 è destinata a diventare, per Gandino, una data storica. Il Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Elio Castelli ha di fatto dato il via libera alla demolizione (e riedificazione in misura più limitata) della ex Colonia delle Orsoline sul Monte Farno.
Un’unità di intenti che si concretizza dopo decenni di polemiche anche aspre e che soprattutto apre le porte a un possibile contributo di Regione Lombardia, decisivo per dare concretezza al progetto. La seduta consiliare, svoltasi in modalità online a causa della pandemia, ha visto presenti tutti i consiglieri. Il punto centrale riguardava «l’individuazione dell’ambito di rigenerazione urbana Colonia Monte Farno», ai sensi della legge regionale 18/2019. Un riconoscimento essenziale per accedere ai bandi di rigenerazione urbana emessi dal Pirellone, in scadenza il prossimo 12 marzo.
«La piena valorizzazione del Monte Farno - ha spiegato il sindaco illustrando il progetto di fattibilità coordinato dall’architetto Elia Franchina - è la ragione e l’obiettivo su cui abbiamo deciso di lavorare con decisione. La ex Colonia è un edificio dismesso da ormai 25 anni, ed è in uno stato di degrado strutturale e funzionale tanto pesante da renderne impossibile ogni uso. L'edificio, per le sue dimensioni (mt. 54,80 di lunghezza, mt. 11,70 di larghezza e mt. 10,00 di altezza) presenta un impatto forte con il paesaggio e con l'ambiente circostante che vede al massimo edifici di due piani fuori terra e di dimensioni modeste. Un intervento di consolidamento e recupero del fabbricato esistente dell'ex colonia comporta un costo: solo per la messa a norma antisismica sono stati preventivati costi per oltre 850.000 euro, cui si aggiungerebbero opere edilizie ed impiantistiche per altre centinaia di migliaia di euro».
«Dopo approfonditi incontri che hanno coinvolto sia i consiglieri di maggioranza che quelli di opposizione - ha aggiunto Castelli -, è risultato preferibile sotto l'aspetto paesaggistico, economico e funzionale procedere alla demolizione del fabbricato e alla costruzione di un edificio in conformità a tutte le norme costruttive vigenti, compatibile con il contesto ambientale e funzionale alla creazione di un punto informativo, di un locale per la degustazione di prodotti tipici e di un rifugio, la cui gestione sarà assegnata secondo le procedure di legge».
La nuova costruzione ipotizzata prevede un edificio di circa 600 metri quadrati composto da due piani fuori terra e la conservazione del piano seminterrato con cisterne e locali accessori. Se dovesse arrivare l’auspicato contributo regionale, i lavori dovrebbero iniziare entro novembre di quest’anno e concludersi entro il 31 dicembre 2022.
La vera notizia, come detto in apertura, è l’assoluta e fattiva unità di intenti che in questi mesi e in Consiglio Comunale ha unito maggioranza e opposizione: da un lato la lista civica "Insieme per Gandino, Barzizza, Cirano 2022", e dall’altro "Idee-Impegno-Risultati", appoggiata da Lega e Fratelli d’Italia.
«La scelta della demolizione - ha dichiarato Monica Salvatoni a nome del gruppo di minoranza - porta in conseguenza un nuovo progetto, che ci trova in linea di massima favorevoli. Durante gli incontri abbiamo fatto osservazioni in parte accolte, che speriamo rimangano anche in fase esecutiva. Per noi sono fondamentali la realizzazione delle camere al piano primo e lo studio dei parcheggi. Riteniamo che la collaborazione debba continuare per tutti gli step successivi del progetto. Nonostante la legge non lo preveda, sarebbe auspicabile un ulteriore passaggio in Consiglio Comunale. Un progetto che gioverà a tutti i gandinesi e che non ha avuto interferenze politiche né da una parte, né dall’altra».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mattia Lanfranchi («Reputo la proposta molto idonea») e Oliviero Bosatelli, legati al Farno l’uno per l’attività dello Sci Club Valgandino e l’altro per l’attività di campione dell’Ultra Trail. Manuela Vian (ex sindaco di Cazzano Sant'Andrea, pure consigliere di minoranza) non ha partecipato alla discussione in quanto portatrice di interessi (proprietaria del Rifugo Monte Farno, ndr).
«Condividere il progetto - ha dichiarato il sindaco - non era pura formalità. La collaborazione sarà una costante necessità, poiché essa prevede la condivisione non solo dei “sogni” e degli obiettivi, ma anche delle difficoltà e delle limitazioni economiche o progettuali che sicuramente sorgeranno in futuro. È per me un vero, personale piacere, veder ricreato un rapporto costruttivo, pur nella diversità di posizioni che è sacrosanta. È la dimostrazione che ci sono cose che si riescono a fare se tutti spingono nella stessa direzione».
In chiusura di seduta sono state approvate all’unanimità anche le variazioni al piano delle opere pubbliche, necessarie per accogliere il progetto della Colonia e quello, pure oggetto di un possibile finanziamento regionale, della riqualificazione del centro storico della frazione Barzizza. Il vicesindaco Filippo Servalli ha ipotizzato 1,4 milioni di euro per l’intervento sul Farno e 800mila euro per il borgo di Barzizza, da verificare con i progetti esecutivi e soprattutto, nell’auspicio della concessione dei fondi regionali.