La polemica

Bergamo, il centrodestra attacca la giunta Gori: Zone 30 solo nella aree a rischio

Il Comune le vuole in quasi tutta la città. Le opposizioni non ci stanno. Minuti:«Scelta ingestibile, chi controlla?». Ceci:«Paralizzano traffico e bus»

Bergamo, il centrodestra attacca la giunta Gori: Zone 30 solo nella aree a rischio
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di Wainer Preda

L’argomento è di quelli incandescenti. Il piano per l’estensione delle zone 30 in città sta creando polemiche a non finire. Da una parte l’Amministrazione comunale che, fin dal suo insediamento, non ha fatto mistero di puntare a una Bergamo dalla mobilità dolce. Dall’altra, chi sostiene invece che l’eccesso di zone 30 provocherà ingorghi di traffico colossali.

Ebbene, stando al piano, il Comune vorrebbe portare il limite dei 30 chilometri orari nell’80 per cento della città. Ovvero in tutte le strade di quartiere. Velocità regolata verso il basso, miglioramento della sicurezza stradale, meno emissioni, è l’assioma. L’esempio è quello di Grenoble, metropoli “attenuata”, dove si viaggia a 30 all’ora. L’idea è invertire la logica del codice della strada, considerando i 30 come regola e i 50 come eccezione, non per contrastare l’uso dell’auto, ma l’uso improprio dell’auto.

Bello in teoria, un po’ meno in pratica. Perché, a dire il vero, le zone 30 nei quartieri di Bergamo oggi sono poco rispettate e ancor meno controllate. Di qui la levata di scudi delle opposizioni in consiglio comunale.

Alberto Ribolla, della Lega, considera l’iniziativa del Comune «prettamente ideologica». «Noi non siamo contrari a priori - sostiene -. Diciamo sì alle zone 30 ma in prossimità di luoghi sensibili: parchi, scuole, ospedali. Non c’è nessuna necessità di estenderle a tutto il resto della città, come invece è avvenuto a Parigi, dove peraltro non ci sono stati miglioramenti alla sicurezza e tanto meno all’inquinamento. Oppure, come accaduto nel 2015 a Saronno dove le zone 30 hanno portato al blocco totale della circolazione. Dunque siamo contrari all’estensione generalizzata, ma favorevoli a quelle in luoghi delicati».

«Già muoversi in città è diventato parecchio complicato e le corsie promiscue hanno ingolfato ulteriormente la mobilità - spiega il consigliere comunale di Bergamo Ideale Danilo Minuti -. Realizzare le zone 30 di default ci sembra un mero spot pubblicitario. La scelta dell'amministrazione, inoltre, è ingestibile perché sarebbe impossibile comminare contravvenzioni ai trasgressori».

«Prima di tutto il rigoroso rispetto dalla norme paralizzerebbe la città, ivi compresi i mezzi pubblici - aggiunge il capogruppo di Forza Italia Gianfranco Ceci (...)

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