Il discorso

Da Palazzago critiche (leghiste) a Salvini: «Voglio la libertà di Bergamo, non il ponte sullo Stretto»

L'ex deputato e segretario lombardo tira bordate alle «accozzaglie elettorali» e mette in guardia dal perdere il progetto delle origini

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Un discorso che scuoterà i militanti leghisti quello di Paolo Grimoldi, ex deputato e segretario lombardo del Carroccio, che dal palco della festa della Lega a Palazzago, la sera del 25 febbraio scorso, ha tirato una vera e propria "cannonata" a una certa gestione del partito che a qualcuno dall'interno, negli ultimi anni, proprio non va bene.

L'attuale segretario e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non viene nominato neanche una volta. Ma le accuse di aver abbandonato il progetto federalista, di allearsi con democristiani e con chi cambia casacca invece di candidare i loro, oltre che le bordate al ponte sullo Stretto, certo fanno sospettare che il messaggio sia per qualcuno della dirigenza.

Le critiche al ponte e alle alleanze

«Noi oggi viviamo in una Lega dove non ci sono più organi decisionali, non c'è un consiglio nazionale, non c'è un consiglio federale e, perdonatemi, io la penso come ha detto oggi il governatore del Veneto Luca Zaia: preferivo la Lega Nord alla Lega di oggi, perché quella di oggi qualche problema ce l'ha. Perché scusate, il sottoscritto si onora di essere entrato nella gloriosa Lega Lombarda nel 1991, quando avevo sedici anni. Trovarsi nel 2024 in una Lega che aumenta i caselli autostradali e lombardi tre volte in un anno per finanziare il ponte di Messina, scusate, facevo prima a tesserarmi all'Udeur, non funziona così».

Grimoldi, microfono a due mani ed a squarciagola, è passato poi a commentare le alleanze che il partito sta stringendo in vista delle prossime elezioni: «Qualcuno di voi, quando negli anni passati ha votato la Lega, avrebbe mai pensato di votare una lista che nel 2024, come leggo dai giornali, vuole fondersi con l'Udc di Cesa? Io no. Chi è della vecchia Democrazia cristiana, addirittura della Prima repubblica, con chi vorrebbe fare la rivoluzione non dovrebbe c'entrare niente. Noi dovremmo essere a Roma a dire che i pensionati del Nord, che hanno pagato i contributi, vanno difesi notte e giorno, non che paghiamo 14 miliardi per il ponte di Messina e ci dimentichiamo di cambiare la legge Fornero».

Il tema europee

L'ex segretario lombardo, ha detto, vorrebbe tornare a parlare di libertà dei popoli del Nord, non proporre la candidatura di persone che non appartengono al Carroccio: «Andiamo a elezioni europee, vi pare normale leggere sui giornali che la Lega candida tal Patriciello, che fino a una settimana fa era un tesserato di Forza Italia, che in Molise fa una lista civica a sostegno del centrodestra e in Campania fa una lista civica a sostegno del Pd? Chiediamo al generale Vannacci di candidarsi, massimo rispetto per tutti, ma candidare invece un militante da anni sul territorio? I leghisti vengono prima dell'ultimo scappato di casa che ha cambiato dieci partiti».

Il ritorno al progetto federalista

Per Grimoldi, bisogna avere il coraggio di prendere una posizione netta, per difendere il partito e la gente che ne fa parte: «Non voglio svegliarmi, dopo le elezioni europee, in un partito di ispirazione mastelliana. Vorrei avere la mia Lega, per la quale ho combattuto 34 anni. Voglio tornare a sognare la libertà di Bergamo, dei lombardi e del Nord».

Conclude spiegando che queste sono considerazioni che hanno in mente un po' tutti quando ci si riunisce, ma poi in pochi hanno il coraggio di parlare, «io ce l'ho e vado fino in fondo. Rivoglio la mia Lega. Non voglio accozzaglie elettorali fatte per prendere due voti in più, perché può anche essere bello, perché poi si va in televisione a dire "abbiamo vinto", ma io dico una cosa più importante: non conta quanti voti prendi, ma quello che vuoi fare il giorno dopo, perché se prendiamo il 30 per cento, ma non sappiamo cosa fare, tanto vale non presentarsi neanche, perché abbiamo perso il progetto politico ed il sogno, io non ci voglio rinunciare».

Commenti
carlo

Tenetevelo stretto Salvini, così vi estinguete

pinuccia

bravo!!! infatti nessuno vuole il ponte, sono soldi buttati, e la Lega deve tornare lega nord

Mauro

Salvini é una vergogna per i Veri della Lega Nord. Ha venduto la nostre idee e i nostri voti. Un uomo buono solo per il sud ....una vera schifezza

RAID

Brao

Ciccio

Pensate che Il ponte sullo stretto di Messina non lo vogliono neppure i siciliani. Solo Salvini! Pazzesco.

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