Posizionamenti

Destra, sinistra, centro: in politica la confusione regna sovrana. Anche a Bergamo

La Lega rielegge Salvini finora criticato; Forza Italia vuole il prossimo sindaco, apre alla Lista Pezzotta e soffia il segretario cittadino ad Azione. E nel Pd Rossi manda frecciate a Gori

Destra, sinistra, centro: in politica la confusione regna sovrana. Anche a Bergamo
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di Wainer Preda

Regna gran confusione sotto il cielo politico. Che chiaro, a dire il vero, non lo è più dall’89. Ma che mai come oggi soffre una sconcertante contorsione d’idee (quelle poche rimaste). Con la sinistra che fa la destra, la destra che fa la sinistra e il centro che si allunga e si allarga ma non si comprende dove voglia andare a parare.

I vecchi schemi sono saltati. Il risultato è che l’elettorato non ci capisce più un’acca e, di conseguenza, cresce la disaffezione. Gli ultimi giorni sono stati, a livello internazionale, nazionale e anche bergamasco, l’emblema di questo disorientamento.

Lega nazionale

Dopo anni di polemiche e improperi, il congresso federale di Firenze ha confermato Matteo Salvini alla guida della Lega. Ci rimarrà, almeno sulla carta, fino al 2029. Niente di nuovo sotto il sole, visto che il Capitano era l’unico candidato. E a votare erano in gran parte delegati che occupano posti istituzionali, spesso da lui nominati. Chiamarlo congresso, così, è un po’ troppo.

Interessante, invece, l’apertura al generale Roberto Vannacci che potrebbe diventare il vice. È la conferma che il Carroccio svolta a destra, si fa sempre più nazionale e sempre meno regionale, con buona pace di chi aveva sperato in un ritorno al partito del Nord. Già la sede del congresso, mai così distante dai padani confini, la dice lunga.

Fabrizio Sala

Il segretario provinciale bergamasco Fabrizio Sala, che da sempre professa “il sindacato di territorio”, non nasconde perplessità. Specie sulla modifica dello statuto leghista che consentirà anche a chi è privo di militanza di votare i segretari di sezione. «Si rischia di sminuire il ruolo dei militanti e innescare dinamiche di pacchetti di voti, per poter poi gestire le candidature e le elezioni dei segretari di sezione - dice Sala -. Pratiche che per fortuna non appartengono ai nostri territori».

Quanto agli eletti, spiega ancora, «grazie al gioco di squadra, la Lega Lombarda è riuscita a eleggere sei componenti nel Consiglio federale. Bergamo è rappresentata da un certo Roberto Calderoli, che oltre a essere membro di diritto è anche Ministro delle Riforme e dell’Autonomia dell’attuale governo, cosa di cui spesso qualcuno si dimentica». Certo è che la nostra provincia continua ad essere il principale feudo leghista d’Italia. Quello in cui il Carroccio va ancora ampiamente in doppia cifra, contro l’8 per cento nazionale. E forse era legittimo ambire a qualche posto in più, oltre allo storico senatore.

Forza Italia s’allunga e s’allarga

Forza Italia intanto prova a rilanciare la sua azione in città. «Il candidato sindaco di Bergamo del centrodestra la prossima volta sarà nostro», ha detto senza giri di parole il segretario provinciale azzurro Umberto Valois. «Vogliamo allargare e costruire un polo centrista per tornare a governare la città», ha aggiunto. Per questo «facciamo appello alla lista Pezzotta, perché insieme a noi costruisca un laboratorio che comprenda anche le liste civiche».

Alessandro Sorte mette la spilla di Forza Italia a Andrea Valentino

Boom, boom. Due colpi all’assopita politica bergamasca, con l’obbiettivo di rimettere in movimento un centrodestra apparso, se non in affanno, in un limbo indefinibile. Era stato lo stesso Andrea Pezzotta due settimane fa, in un’intervista a PrimaBergamo, a suonare la sveglia. «Se le cose non cambiano - aveva detto il capo dell’opposizione in Consiglio comunale - il centrodestra perderà anche la prossima volta». Il riferimento era alla sostanziale assenza dei partiti dal dibattito politico cittadino, dopo la sconfitta del giugno scorso.

Quindici giorni dopo, la risposta di Forza Italia. E a stretto giro la controreplica di Pezzotta: «Sono contento che qualcosa si muova - dice l’avvocato -. Vedremo cosa succede». Solo che al momento non è stato fissato alcun incontro e tanto meno c’è stato un contatto fra le due parti. «Ci stiamo lavorando» assicura Valois. A chi tocchi la prima mossa, non è dato sapere. A Pezzotta che, per sua ammissione, è poco avvezzo alle consuetudini politiche? O al partito che gli ha proposto una convergenza e anche più?

Il tempo c’è, per carità. Ogni progetto politico, come il vino, richiede (...)

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Commenti
Fulvio

mancano ancora 4 anni e chissà quante cose cambieranno

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