Centrosinistra

Elezioni regionali, Giorgio Gori e i sindaci lombardi incalzano l'inconcludente Pd

Il dinamismo dei primi cittadini contrasta con liturgie ataviche piddine. Presentato a Bergamo il milanese Maran, possibile candidato governatore

Elezioni regionali, Giorgio Gori e i sindaci lombardi incalzano l'inconcludente Pd
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di Wainer Preda

Eppur si muove. Dopo la batosta, il centrosinistra cerca di riorganizzare le forze in vista del prossimo appuntamento elettorale. Le Regionali di primavera sono dietro l’angolo. E la Lombardia non può certo attendere i tempi biblici del congresso nazionale che cambierà, almeno nelle previsioni, il vertice del Partito Democratico. Ragion per cui, a Milano (e non solo) si stanno già preparando, con buona pace delle liturgie romane.

La nuova idea

La sfida per le Regionali parte in salita. Il centrodestra è avanti nei sondaggi. Con netto distacco, nonostante le mattane. Una gara tradizionale, partitica, dunque, è persa in partenza. Da qui l’idea: cambiare il terreno del confronto. Partire da una sorta di “alleanza civica” fra sindaci delle città lombarde, per poi trascinarsi dietro i partiti. Un’offerta politica meno ideologica, più vicina alla concretezza dei lombardi. Riformismo e realpolitik. In grado di aggirare l’allergia ai partiti e magari recuperare parte dell’enorme fetta di elettori che, delusi dalla politica, hanno disertato le urne.

Se poi questo sfocerà in una lista civica è tutto da vedere. Per Azione, potrebbe essere lo sbocco naturale. Mentre per il Pd, un tempo centro di gravità di formazioni più piccole e interlocutore del mondo civico, il cambio di prospettiva è tutto da metabolizzare. Di certo non può permettersi di perdere anche i sindaci delle città. Ma il tempo, invero, è poco. Soprattutto se, per mettere fuori gioco gli avversari, il centrodestra decidesse di chiudere anzitempo l’esperienza in Regione, capitalizzando l’attuale vantaggio.

La questione candidato

Redatto un programma amministrativo dall’esperienza delle città, il problema più impellente diventa il candidato. Le primarie farebbero al caso. Ma con un accordo allargato potrebbero anche non servire. Fermo restando che né Beppe SalaGiorgio Gori correranno, Pierfrancesco Maran potrebbe essere l’uomo ideale su cui convergere. Il giovane assessore milanese (42 anni) ha lunga esperienza amministrativa e visione politica. Martedì sera si è presentato a Bergamo, in sala Galmozzi, affiancato da Gori. E ha parlato, da candidato in pectore, della situazione regionale: trasporti non all’altezza, riforma sanitaria che non risolve i problemi, e via discorrendo.

Pierfrancesco Maran, assessore comunale di Milano

Qualcuno lo vedrebbe bene in ticket con Pietro Bussolati, ex segretario meneghino e consigliere regionale del Pd. Lo stesso che, in tempi non sospetti, aveva sostenuto la necessità di un fronte largo per controbilanciare il centrodestra. Non che ci volesse un genio, per carità, ma c’è chi non ha visto nemmeno quello. Bussolati è persona concreta. Sa che l’impresa in Regione è titanica e da sempre va ripetendo: c’è bisogno di tutti. Da Calenda al M5S, nessuno escluso. Questione di numeri.

Poi c’è il convitato di pietra: Carlo Cottarelli, su cui il centrosinistra sta lavorando da mesi. L’economista è stato eletto in parlamento, a Cremona. Un posto sicuro e ben remunerato, ottenuto grazie ai voti del Pd. È evidente che i dem qualcosa in cambio gli chiederanno.

Detto questo, tutti i papabili però soffrono dello stesso problema: la scarsa (...)

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