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Ex centrale di Daste e Spalenga, il Comune nega favoritismi sulla futura gestione

Lo stabile ha costi di gestione assai onerosi. Rivedere o annullare la gara d'appalto perchè coinvolta la cooperativa Ruah (sotto indagine nell'inchiesta sui migranti) potrebbe mandare all'aria l'intera ristrutturazione, spiega l'assessore Valesini

Ex centrale di Daste e Spalenga, il Comune nega favoritismi sulla futura gestione
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Confronti avviati con tutte le realtà interessate a gestire l’ex centrale di Daste e Spalenga, canoni onerosi e il rischio, più che concreto, di compromettere il percorso di riqualificazione avviato nel 2003 e ripreso, dopo anni di stop, nel 2016.

Palazzo Frizzoni non ci sta e ribatte all’accusa, mossa dalla Lega, di aver favorito determinate associazioni nell’aggiudicazione della gestione dello stabile. «Considerato il lavoro svolto dall’Amministrazione per la massima diffusione del bando, risulta non condivisibile e del tutto incomprensibile l’invito a ricercare ora nuove realtà interessate alla ex centrale – sottolinea l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini -. Ancor più infondati i richiami a favoritismi».

Scontro sulla cooperativa Ruah

Al centro dell’attacco mosso dal Carroccio il coinvolgimento nella vicenda della cooperativa sociale Ruah (tra i futuri gestori) al centro di un’indagine su possibili illeciti nell’accoglienza dei migranti. Per questa ragione i consiglieri comunali leghisti, in un’interrogazione, chiedevano al Comune se non fosse il caso di annullare la gara d’appalto.

Proposta che però è stata respinta senza mezzi termini dall’Amministrazione. Ripartire da capo, in un momento di difficoltà economica come quello attuale, sarebbe un azzardo; troppo alto il rischio di non trovare nessuno che sostenga i costi di gestione dello stabile. «Auspichiamo al contrario che tutte le forze politiche – aggiunge Valesini -, possano sostenere, nell’interesse del quartiere e dell’intera città, questo progetto. È una scommessa che non possiamo permetterci di perdere».

L’ex centrale, ultimata la riqualificazione, dovrebbe infatti diventare un nuovo polo di aggregazione giovanile, in grado di ospitare un gran numero di eventi culturali o attività sociali. Questo anche in virtù degli enormi spazi che mette a disposizione: una superficie di 3 mila metri quadrati e una hall di oltre 15 metri di altezza e 500 metri quadrati di superficie.

Il problema dei costi di gestione

Finanziare la riqualificazione dell’ex centrale di Daste e Spalenga non è stato l’unico problema che Palazzo Frizzoni ha dovuto affrontare (le risorse sono arrivate grazie alla partecipazione al Bando Periferie). «Gli elementi di criticità sono soprattutto gli elevati costi di gestione – evidenzia l’assessore -. Circa 70 mila euro l’anno, al netto dei canoni da riconoscere».

Una problematica che se non affrontata in tempo avrebbe rischiato di far naufragare l’intero percorso di ristrutturazione. Per scongiurare questo rischio era stato pubblicato un bando a febbraio del 2018, subito dopo l’avvio del cantiere. Il termine era inizialmente fissato al 3 aprile, ma era stato prorogato di 40 giorni «a garanzia della maggior partecipazione possibile».

Il bando prevedeva una concessione onerose della durata di 15 anni, con un canone pari a 100 mila euro per i primi 4 anni, aumentato fino a 131 mila euro per quelli successivi, a cui sommare i 70 mila euro stimati per le utenze. «È presumibilmente per questa ragione che è stata alla fine depositata una sola proposta da un unico raggruppamento di associazioni – conclude Francesco Valesini -. Consapevole delle difficoltà l’Amministrazione ha promosso numerosi sopralluoghi con le più diverse realtà del territorio interessate, a dimostrazione di quanto sia stata pubblicizzata e data ampia visibilità all’iniziativa».

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