Edilizia privata

Il caso della dipendente "premiata" con il posto da dirigente: la minoranza chiede giustizia

In una gara con cinquanta candidati, ne è stata scelta una interna. Una parte dei consiglieri dell'opposizione vuole trasparenza

Il caso della dipendente "premiata" con il posto da dirigente: la minoranza chiede giustizia
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Fa discutere la vicenda, emersa in seguito a un articolo di Corriere Bergamo, legata alla gara effettuata dall'amministrazione di Bergamo per la selezione di un posto da dirigente all'Edilizia privata.

Tra le decine di curriculum arrivati, cinquanta in tutto, è stata infatti selezionata al ruolo una candidata interna al Comune, Giovanna Doneda laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali. L'assessore Francesco Valesini ha commentato definendo la scelta un «premio» relativo alla crescita costante della dipendente.

«Chiediamo giustizia per tutti i candidati»: così hanno invece reagito alla vicenda i consiglieri di minoranza Giulia Ceci, Alberto Ribolla, Alessandro Carrara, Ida Tentorio, Arrigo Tremaglia, Filippo Bianchi e Cristina Laganà, in un comunicato stampa congiunto.

La minoranza chiede chiarezza e trasparenza

«Abbiamo appreso con sconcerto e indignazione quanto riportato dal Corriere della Sera (ed. Bergamo), che denuncia una gestione opaca della selezione per un incarico dirigenziale presso il Comune. Sembra emergere un grave abuso del principio di trasparenza e meritocrazia, che dovrebbe essere alla base di ogni procedura pubblica», esordisce il comunicato.

«Il fatto che una candidatura interna sia stata premiata, al di là delle competenze specifiche richieste per il ruolo, solleva interrogativi legittimi sulla correttezza e imparzialità dell’intero processo». I consiglieri ritengono «inaccettabile» che la scelta ricada su criteri che «sembrano basarsi su logiche di "premio interno" piuttosto che sull'effettiva valutazione comparativa dei candidati».

«Ricordiamo che cinquanta persone hanno partecipato al concorso, investendo tempo ed energie nella speranza di una selezione equa e trasparente. Trattare questi professionisti come semplici comparse di un copione già scritto è un insulto alla loro dignità e alle loro competenze».

Due le richieste del gruppo: chiarezza sulle modalità di selezione e sui criteri adottati e pubblicazione delle valutazioni comparative dei candidati. «Il Comune ha il dovere morale e giuridico di garantire che ogni procedura sia limpida, imparziale e basata su criteri oggettivi. La meritocrazia non è un’opzione, ma un principio irrinunciabile. Non resteremo a guardare mentre valori fondamentali come la trasparenza e la giustizia vengono calpestati. Non ci fermeremo finché la verità non sarà chiarita».

Commenti
Luca

Penso che debba essere rifatto il concorso .

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