Il commento

In attesa di questo triste Natale 2020, in balia di un Governo che non sa decidere

Un tragicomico tira e molla ha generato solo una gran confusione. Dpcm, ordinanze, coprifuoco, zone gialle e zone rosse. Servirebbero regole chiare, ma a quanto pare...

In attesa di questo triste Natale 2020, in balia di un Governo che non sa decidere
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di Andrea Rossetti

Dunque sarà un Natale chiusi in casa. Ma solo per qualche giorno, perché tra il 25 dicembre e Capodanno sembra che ci permetteranno (tanto per usare un linguaggio caro al ministro Di Maio) un po’ di libertà, prima di chiuderci nuovamente in casa per altri quattro giorni a inizio 2021. Un lockdown «spezzatino», lo ha definito qualcuno; un Natale in «zona arancione rafforzata», lo ha definito qualche d’un altro. Del resto, noi italiani siamo abituati alla creatività comunicativa della politica nostrana. Che, però, nelle ultime settimane ha toccato lo zenit (o forse sarebbe meglio dire il nadir) di questa deriva, cambiando idea almeno tre volte nel giro di pochi giorni e gettando gli italiani nella confusione - e nello sconforto - più totale.

Certo, noi ci abbiamo messo del nostro. Prima polarizzandoci tra catastrofisti e negazionisti (cosa che ci piace sempre un sacco fare, che si parli di pandemia così come di Nazionale), poi riempiendo strade e piazza al primo giorno di zona gialla concessoci. Non tutti, ovviamente. Ma tanti. Eppure, nonostante questo, dare tutta la colpa al popolo bue, irresponsabile e ottuso, è quantomeno limitante. Come ha giustamente scritto il dottor Paolo Spada (chirurgo vascolare all’Humanitas di Rozzano, Milano) sulla pagina Facebook “Pillole di ottimismo” - consigliatissima -, «il comportamento del singolo è questione di responsabilità individuale, quello di un milione di persone è questione di responsabilità istituzionale». E le istituzioni stanno facendo di tutto per non assumersi queste responsabilità.

Facciamo un passo indietro: a ottobre, l’obiettivo dichiarato della politica era quello di “salvare il Natale”. E proprio sulla base di questo sono stati presi i primi provvedimenti autunnali: limitiamo oggi le nostre libertà per concederci qualche cosa in più a dicembre, ci dicevano. Anche per questo - o forse perché in fondo, al di là di tutto, siamo un popolo ben più ligio alle regole di quanto ci raccontiamo - gli italiani hanno accettato e compreso Dpcm, ordinanze, coprifuochi e zone colorate. Del resto, i dati pandemici parlavano chiaramente di una situazione che necessitava risposte immediate. Così facendo, non senza fatica, siamo però riusciti a piegare la curva. E la Lombardia, ahinoi Regione sin dalla primavera scorsa più colpita dalla pandemia, è entrata in zona gialla, rispettando tutti i 21 indicatori statistici e scientifici fissati da Ministero della Salute, Comitato tecnico-scinetifico e Istituto superiore di sanità.

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