Intitolare a Berlusconi uno spazio di Bergamo? «I cittadini meritano di più», dice il Pd
Un secco «no» da parte del centrosinistra, che preferirebbe intitolare un monumento, una via o una piazza a figure virtuose bergamasche
Il «no» è categorico: i membri del Partito Democratico bergamasco si oppongono alla proposta, avanzata qualche giorno fa dal centrodestra, di intitolare uno spazio pubblico cittadino a Silvio Berlusconi.
«Crediamo fermamente che le cittadine e i cittadini di Bergamo meritino molto di più che una via, una piazza o un monumento intitolato a una figura così divisiva», hanno affermato Alessandro De Bernardis, segretario Pd cittadino, e Gabriele Giudici, segretario provinciale.
«Il nostro territorio è ricco di storie e persone che hanno contribuito in modo significativo a rendere Bergamo un luogo migliore - hanno poi proseguito -. È a queste figure virtuose che dobbiamo guardare quando pensiamo all'intitolazione di spazi pubblici. Dobbiamo dare un esempio virtuoso alle generazioni future. Silvio Berlusconi, con tutte le controversie e divisioni che ha portato, non rappresenta questo esempio. La nostra città ha bisogno di simboli che uniscano, non che dividano».
«I dieci anni non sono un puro formalismo»
Ad avanzare la proposta era stata Giulia Ceci, consigliera di Forza Italia, appoggiata anche da altri consiglieri della minoranza, tra cui Alessandro Carrara di Lega Bergamo, Ida Tentorio e Arrigo Tremaglia di Fratelli d'Italia. La legge, tuttavia, prevede che siano passati dieci anni dalla morte della persone alla quale si vuole intitolare lo spazio pubblico: una possibilità di deroga esiste, come si è visto per la recente intitolazione a Silvio Berlusconi dell'aeroporto di Milano Malpensa, ma la persona in questione deve aver fatto «opere o azioni illustri per la città».
«La norma che prescrive che debbano trascorrere dieci anni dalla scomparsa prima di intitolare una strada o una piazza non è improntata a un puro formalismo ma serve a far leggere alla storia la vicenda di un un uomo politico che può assurgere a essere considerato uno statista - ha aggiunto Francesca Riccardi, capogruppo Pd in Consiglio comunale -. Nel caso di Berlusconi è del tutto evidente come lo stesso, a un anno dalla sua scomparsa, rimane un politico di parte, dal momento che il suo nome rimane ancora nel simbolo di un partito».
«Una proposta strumentale»
«Con gli anni - ha poi aggiunto Riccardi - la società avrà il tempo di riconsiderare la sua vicenda di uomo politico e uomo di stato. Oggi questa proposta sembra essere solo strumentale e una schermaglie tra Salvini e Forza Italia a chi arriva per prima a proporre il suo nome». A ciò si aggiunge il pensiero di Lorenzo Lazzaris, segretario dei Giovani Democratici bergamaschi: «A Bergamo da anni il tema della toponomastica è al centro del dibattito, ed è una lotta nella quale ci riconosciamo. E mentre noi, Giovani Democratici, chiediamo di avere vie intitolate a protagonisti della resistenza, la destra Bergamasca vuole Berlusconi, un condannato».
La decisione finale spetterà comunque alla Commissione toponomastica, guidata da Giacomo Angeloni, e alla giunta del Comune di Bergamo, non al Consiglio.
Personalmente ne intitolerei uno anche al grande Gianfranco Miglio. Il PD poi è il solito vetero comunista che non vede più in là del suo naso. Per loro, vie e spazi andrebbero intitolati solo ai rossi come loro, di 2democratico hanno solo il nome, nella realtà non hanno niente di ciò.