La consigliera dimissionaria di Treviglio è «vittima dell'infodemia e non esce di casa da dieci giorni»
Silvia Colombo parla per tramite del marito, attacca la stampa e congela le dimissioni annunciate: «Vogliamo la verità»

Dopo il caso di due settimane fa, la consigliera di Fratelli d’Italia Silvia Colombo, di Treviglio, torna all’attacco per voce del marito, che questa mattina ha parlato in una conferenza stampa ospitata dalla redazione del Giornale di Treviglio. La moglie sarebbe stata «vittima di una fake news» e di una «operazione di marketing fatta bene» orchestrata contro di lei, ha detto Luca Secchi. La Colombo aveva argomentato contro la proposta di modificare il regolamento dell'Assise, per permettere alle consigliere comunali in gravidanza di partecipare alle sedute in streaming.
Il marito-portavoce
Secchi, che ha chiesto di non essere fotografato, ha anche raccontato che in seguito al caso Colombo ha subito un forte stress emotivo. Parlando di diritti delle donne, questo il paradosso sostenuto da Secchi, «si sono calpestati i diritti di una donna», che dal momento dei fatti è fortemente provata e non esce di casa per timore di essere additata per il suo intervento.
«Fake news e manipolazione»
Nel corso della conferenza-fiume, durata più di un'ora, Secchi per conto di Colombo ha spiegato come la famiglia della consigliera sia stata travolta dal caso. «A dieci giorni dalla bufera mediatica che ha travolto la vita di Silvia, un vero e proprio massacro mediatico di una violenza senza precedenti, emerge finalmente la consapevolezza che si sia trattato di un caso di infodemia», si legge nella nota diffusa al termine dell'incontro con i giornalisti. «L’infodemia è una piaga della società moderna, consiste nella diffusione incontrollata di informazioni, spesso non verificate, che ostacolano l’accesso a fonti affidabili e la comprensione corretta di un evento - continua Secchi - In questo caso, la circolazione di notizie imprecise, la non contestualizzazione dei fatti, ha orientato l’opinione pubblica in un’unica direzione, mentre i social media hanno addirittura amplificato il fenomeno, rendendo ancora più difficile distinguere tra verità e manipolazione».
La "manipolazione" da parte della stampa
«Nessun organo di stampa ha mai riportato il passaggio in cui Silvia afferma in modo forte e deciso che carriera e maternità sono compatibili», ha scritto la Colombo. Sono invece parole riportate testualmente nel lungo articolo pubblicato dal Giornale di Treviglio. «La riflessione che ci poniamo è come mai non si sia fatto un accurato controllo delle fonti prima di far uscire la notizia? Come mai si è pubblicata la notizia riprendendola esclusivamente da quanto pubblicato dalla fonte della Consigliera del Pd e non sia stata contattata Silvia per avere una sua versione dei fatti?».
Controllo che in realtà, va spiegato, è stato fatto. Intanto proprio perché la consigliera ha letto il proprio intervento in Consiglio comunale, senza possibilità di equivoco sulle parole. Mentre nei giorni seguenti allo scoppio del caso né Colombo né il suo (ex) partito trevigliese ha mai pronunciato una sola parola sul caso.
La frase "incriminata"
Il vero nodo focale denunciato dalla consigliera è invece la sintesi giornalistica "Sei incinta? Dimettiti", pubblicato da alcune testate nazionali e dalla stessa consigliera comunale Matilde Tura. Una sintesi un po' sommaria, come il Giornale di Treviglio aveva scritto, ma che non stravolge il senso dell'intervento.
Secondo la famiglia Colombo-Secchi, invece, "Sei incinta? Dimettiti" sarebbe un titolo «eccessivamente provocatorio», capace «effettivamente dare il via ad una attività di discriminazione. Un titolo così sensazionalistico, nel contesto sociale italiano che stiamo vivendo oggigiorno, rischiava inevitabilmente di alimentare una reazione pubblica sproporzionata, trasformandosi in una gogna mediatica verso chi fossero state attribuite quelle parole, senza lasciare spazio a un’analisi più approfondita dei fatti».
Le dimissioni non ancora protocollate
Durante la conferenza stampa, rispondendo alle domande dei cronisti presenti, il consorte e portavoce della consigliera ha confermato che le annunciate dimissioni dal Consiglio comunale non sono state ancora protocollate. Ciò significa che a tutti gli effetti Colombo è ancora una consigliera comunale di Treviglio. È invece confermata la decisione di lasciare il suo partito, Fratelli d'Italia, che dopo la buriana mediatica l'ha letteralmente scaricata a mezzo di una nota della responsabile nazionale dei "valori non negoziabili", e poi lasciata sola.
«Vogliamo la verità»
La decisione di non dimettersi viene dalla necessità di «trovare la verità», ha spiegato ancora Secchi. E cioè, ha spiegato, ricostruire chi e perché avrebbe «usato una bomba atomica» contro Colombo. Il riferimento, nemmeno tanto velato, è alla stessa Tura (compagna del parlamentare di Forza Italia Alessandro Sorte), che per prima ha sollevato il caso con un post su Instagram che riportava e commentava l'intervento in Aula della collega di FdI. Il risultato, comunque, è stato secondo Colombo-Secchi una «operazione di marketing fatta bene», a scapito della stessa consigliera.
Colombo adirà le vie legali
«Data la gravità dei fatti, come famiglia ci siamo rivolti a diversi legali per ricevere consulenza. La tutela dei diritti e della dignità di Silvia è, senza dubbio, la nostra principale priorità. Ci auguriamo che il buon senso e l’onestà intellettuale di tutti possano presto far emergere la verità e porre fine a questo increscioso episodio», conclude la nota.
Quell'intervento non l'aveva scritto lei
Secchi ha anche confermato, come del resto era abbastanza chiaro, ed era già stato riportato dal Giornale di Treviglio, che l'intervento letto in Consiglio comunale da Colombo non era stato scritto di suo pugno. Una prassi in realtà non particolarmente bizzarra, specie in Assise come quella di Treviglio in cui la preparazione dei Consigli è normalmente molto accurata, gli interventi vengono vagliati e condivisi dalla maggioranza con grande attenzione. Chi sia il vero autore del discorso, però, Colombo non ha voluto rivelarlo.
Io sto con la Colombo . Non si può partecipare al consiglio comunale da casa . A casa con familiari , amici , giornalisti ... e no .
Bhe credo che se il pensiero pronunciato non fosse il suo, se lo doveva quanto meno rileggere a casa, o rifiutarsi di leggerlo. Non va comunque a favore della consigliera aver letto il pensiero di altri e non averne uno suo... Visto che poi si vuol dare la colpa alla consigliera Tura di chissà quale misfatto (a meno che non sia l'autrice della lettera), credo non abbia nessuna colpa. Non avere un proprio pensiero quando si rappresenta una parte di cittadinanza penso sia di una gravità assoluta.
Del maiale 🐖 non si butta via NIENTE
Mai che un politico abbia il coraggio di dire che ha sbagliato e si dimetta realmente. La colpa è sempre di qualcun altro. Che classe politica penosa che abbiamo partendo dal basso a seguire....
Chi è causa del suo mal pianga se stessa