La lista per le Regionali

Lega, chi corre alle primarie bergamasche? Belotti, gli uscenti, un sindaco e un'ex

A poche ore dalla scadenza, i nomi dei papabili concorrenti per il Pirellone sono meno di 10. E non mancano le critiche. Come quelle di Malanchini

Lega, chi corre alle primarie bergamasche? Belotti, gli uscenti, un sindaco e un'ex
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di Wainer Preda

Ci sono le primarie, ma non ci sono i candidati. È paradossale la situazione che sta vivendo la Lega bergamasca.

La settimana scorsa, il nuovo segretario Fabrizio Sala ha lanciato in pompa magna le consultazioni della base per scegliere i candidati alle Regionali. Le primarie sono state portate a emblema della ritrovata democrazia interna del movimento. Solo che, a ridosso della chiusura delle candidature (la scadenza è domani, sabato 10 dicembre), solo in pochi si sono fatti avanti.

Nella fattispecie, finora si sono candidati i quattro consiglieri regionali uscenti - Roberto Anelli, Giovanni Malanchini, Alex Galizzi e Monica Mazzoleni -, l’ex parlamentare Daniele Belotti, il sindaco di Sarnico Giorgio Bertazzoli e l’ex sindaco di Stezzano e caposegreteria in Regione Elena Poma. Sette persone in tutto. Mentre probabilmente non sarà della partita l’assessore regionale Claudia Maria Terzi, punto di riferimento in Regione di Salvini, che preferirebbe un ruolo nell’esecutivo lombardo, senza passare dalle urne. Dunque restiamo a sette.

E dire che la lista degli eletti alle primarie, che andrà presentata alla segreteria regionale entro Natale, deve essere composta da almeno dieci persone (cinque maschi e cinque femmine). Traguardo che al momento pare lontano, a meno di una rincorsa all’ultimo. I requisiti, a dire il vero, sono piuttosto selettivi. Possono candidarsi solo sindaci che non siano al primo mandato, per evitare il commissariamento del loro Comune. Oppure militanti da almeno cinque anni, il che restringe ulteriormente la platea. Ma se non si arriva al numero minimo, le primarie non si fanno.

Il consigliere regionale Giovanni Malanchini
Il consigliere regionale Giovanni Malanchini

Le primarie, flop o opportunità?

Le primarie sono state un flop, dunque? Secondo il consigliere regionale Giovanni Malanchini, sì. In un’intervista le ha definite, senza mezzi termini, «una perdita di tempo». Singolare.

Certo, non farle consentirebbe a taluni candidati di nascondere il loro reale consenso fra i militanti, e di continuare a fare il bello e il cattivo tempo (politico, s’intende) in virtù delle nomine precedenti. Quindi, già solo per questo, le primarie sono un passo in avanti verso la trasparenza, verso la misurazione del reale del peso politico di ognuno e dei veri rapporti di forza dentro il partito.

In più, le primarie un effetto l’hanno già avuto. Hanno dato una scossa ai militanti, che allo scorso congresso si sono espressi, seppur con un distacco di soli otto voti, per Sala.

La difficile corsa al Pirellone

Di lì a candidarsi in Regione, però, ce ne corre. Perché la gara per il Pirellone è oltremodo difficile e onerosa. E in pochi possono sostenerla. Per essere eletti servono migliaia di voti (...)

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