Lega, i militanti bergamaschi mettono Salvini sulla graticola. Ma dopo di lui c’è solo lui
Nel vertice a Chiuduno per «dar voce al territorio» emerge tutto il malcontento sulla linea del Capitano, che resta l’unico candidato al congresso

di Wainer Preda
Un malcontento di fondo c’è. La prospettiva di cambiare cavallo invece no. Perché nella Lega, dopo Matteo Salvini, ci sarà, molto probabilmente, ancora Matteo Salvini. Almeno è quanto emerso dalla riunione dei segretari di sezione del Carroccio che si è tenuta sabato 22 febbraio a Chiuduno.
Titolo emblematico dell’assise: «Diamo voce al territorio». Presente il gotha lombardo leghista. Da Roberto Calderoli ad Attilio Fontana, da Massimiliano Romeo a Giancarlo Giorgetti, passando per ministri, deputati, consiglieri regionali. Ivi compreso il Capitano. Di fronte, 448 segretari su 475, che insieme ad altri militanti hanno praticamente riempito le seicento sedie del Palasettembre.
Tutti insieme, anche se sull’appassionatamente sorge qualche dubbio. O meglio, la passione politica c’è ancora, ma è messa a dura prova da una serie di mal di pancia irrisolti. Primo fra tutti la linea politica, difficilmente comprensibile, del leader.
Il contraddittorio è stato duro, dice chi c’è stato. Ma pur sempre di confronto democratico si è trattato. Le critiche e gli scambi di idee, anche aspri, in fondo fanno parte della vita di ogni partito. Certo è che i bergamaschi proprio non ne vogliono sapere del Ponte sullo Stretto, nonostante Salvini abbia fatto notare che è un’opportunità anche per le imprese del Nord chiamate a costruirlo. Ad altri invece non va giù il sorpasso da parte di Forza Italia. Altri ancora puntano il dito contro l’identità della Lega che starebbe svanendo insieme al sogno dell’autonomia.
Insomma il “territorio”, come si dice in politica, vuole Nord, Nord e ancora Nord. Ed essendo in gran parte costituito da sindaci che mettono la faccia davanti ai cittadini, è ben poco interessato alle strategie nazionali per cercare di recuperare voti al Meridione.

Perché oltretutto l’erosione del consenso, anche in Bergamasca, si tocca con mano. Mentre Fratelli d’Italia continua ad aprire circoli (ma ha altri problemi), il tesseramento del Carroccio non è più quello dei tempi d’oro. Così come sono diminuiti i volontari per feste e gazebo.
È vero, Bergamo resta un’enclave, la provincia più forte della Lega. Ma i picchi di consenso del passato (...)