Lega, Masper non corre alla segreteria bergamasca. Diffidato il comitato di Bossi
Il consigliere in via Tasso getta la spugna. Restano in piedi le candidature di Villa e Serra. Il Carroccio: «Nessun problema fra Salvini e il Senatùr»
di Wainer Preda
Gianfranco Masper non correrà alla segretaria provinciale della Lega. Lo ha detto il consigliere provinciale stesso, a L'Eco di Bergamo. Secondo quanto riportato, all'origine delle decisione ci sarebbero gli impegni istituzionali e familiari che in questo momento l'ex sindaco di Treviolo, 74 anni, ricopre.
Già la scorsa settimana erano trapelate indiscrezioni sulla sua volontà di fare un passo indietro. Oggi è arrivata la conferma. L'impegno, d'altronde, è molto pesante, soprattutto perché nel Carroccio i nervi, dopo le elezioni politiche, sono piuttosto tesi.
Masper, ricorderete, è stato uno degli artefici dell'accordo fra Lega e Partito Democratico che ha portato Pasquale Gandolfi (attuale sindaco di Treviolo) alla presidenza della Provincia e Matteo Macoli (sindaco leghista di Ponte San Pietro) alla vicepresidenza. Oltre a essere considerato un uomo di mediazione, ha una lunga esperienza politica dentro la Lega che sarebbe potuta servire, ma evidentemente non se l'è sentita di affrontare il congresso.
Restano in piedi, intanto, le altre due candidature trapelate nelle scorse settimane. Ovvero quella di Matteo Villa, 32 anni, già consigliere provinciale e coordinatore dei Giovani Padani, vicino a Cristian Invernizzi. E quella di Roberto Serra, nominato nell’attuale direttivo per riorganizzare la Lega nella Media Pianura bergamasca e ben visto da Giovanni Malanchini.
Non sono tuttavia gli unici nomi di cui si parla. Ci sono ancora una ventina di giorni al congresso del 20 novembre prossimo, alla Fiera di Treviglio, e non sono del tutto escluse le sorprese.
La segreteria e la corsa al Pirellone
Certo è che la segreteria provinciale è determinante anche per gli equilibri interni in vista delle prossime elezioni regionali. Tocca infatti al segretario provinciale e al direttivo che usciranno dal congresso stabilire come orientare le candidature al Pirellone. Anche perché stavolta i posti per la Lega saranno davvero pochi.
Stando ai calcoli, la Lega bergamasca potrebbe ottenere due posti in consiglio regionale (più un terzo, come assessorato). Solo che in lizza potrebbero esserci almeno 6 big. Sono i 4 consiglieri uscenti - Alex Galizzi, Monica Mazzoleni, Giovanni Malanchini e Roberto Anelli -, più due parlamentari di rientro: Daniele Belotti e Simona Pergreffi. Una compagine fortissima, sulla carta. Fatta da candidati con ampio seguito sul territorio. Ma che potrebbe generare, se mal gestita, una sfida fratricida, soprattutto nelle valli e nella Bassa. Di qui l’importanza, determinante, della segretaria provinciale.
Il comitato di Bossi diffidato
Intanto, il clima che anticipa il congresso è tutt'altro che sereno. Tanto che la Lega per Salvini premier ha diffidato il "Comitato per il Nord" promosso da Umberto Bossi dall’uso dei simboli e della denominazione del partito.
L’amministratore e tesoriere Giulio Centemero ha chiesto al comitato di cessare la promozione tra gli iscritti della Lega. E ha poi inviato una segnalazione al Garante della Privacy per una presunta violazione dei dati degli iscritti.
In mattinata è arrivata una nota della Lega secondo cui non esisterebbe alcun «problema politico o personale tra Matteo Salvini e Umberto Bossi. Semplicemente rispetto della legge e dei militanti».
«L’intervento della Lega per Salvini Premier nei confronti dell’associazione Comitato Nord - si precisa nel documento - ha motivazioni di carattere esclusivamente giuridico: non esiste, e non esisterà mai, alcun problema politico o personale tra Matteo Salvini e Umberto Bossi».
«La democrazia interna al movimento – prosegue la nota – è testimoniata dal fatto che oltre il 70% delle Sezioni ha già rinnovato segretari e direttivi, con le altre che seguiranno a breve. Il dibattito interno non autorizza però in alcun modo violazioni della normativa in materia di trattamento dei dati personali dei militanti della Lega, a rischio di multe milionarie».