Storture burocratiche

L'Inps chiede indietro i 600 euro dati agli amministratori locali. La Lega: «È sconcertante»

Il Ministero del Lavoro ha detto che i "politici" non hanno diritto alle indennità Covid di marzo e aprile. Ma a pagare sono anche sindaci, assessori e consiglieri di piccoli Comuni, che ricevono solo gettoni da poche decine di euro per la loro attività pubblica. Il leghista Daniele Belotti sul piede di guerra

L'Inps chiede indietro i 600 euro dati agli amministratori locali. La Lega: «È sconcertante»
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La scorsa estate, aveva fatto molto discutere il fatto che tra i beneficiari del bonus da 600 euro dato alle partite Iva per fronteggiare l'emergenza Covid nella primavera 2020 ci fossero anche diversi politici. Addirittura dei parlamentari, ma soprattutto amministratori locali di vario livello. Circa duemila, nel complesso.

A fine gennaio, l'ufficio legislativo del ministero del Lavoro, rispondendo a una richiesta di parere dell'Inps (inoltrata a fine settembre), ha affermato che gli esponenti politici non hanno diritto alle indennità Covid, perché quella misura era stata attuata per aiutare i lavoratori con perdite economiche per lo stop delle attività nel periodo d'emergenza. È sulla base di questo principio che sono stati individuati i casi di incompatibilità, cioè di non spettanza dell'indennità, tra cui la percezione di pensioni, di reddito di cittadinanza o la titolarità di un rapporto di lavoro dipendente in corso. Gli amministratori locali, regionali e i parlamentari percepiscono un compenso che è assimilato, ex lege, all'indennità di funzione. Per questo quel "compenso" è incompatibile con il riconoscimento di ulteriori indennità, quale l'indennità Covid.

Daniele Belotti, deputato della Lega Nord

Una tesi che ha sicuramente senso per chi ricopre incarichi politici che vengono ripagati anche con lauti gettoni, ma che perde forza per tutti quegli amministratori locali che, invece, ricevono poche decine (al massimo un centinaio) di euro per la loro attività politica. Si parla di sindaci, assessori e consiglieri di piccoli Comuni. I quali, però, proprio in questi giorni stanno ricevendo dall'Inps richiesta di restituzione dell'indennità Covid eventualmente ricevuta.

A denunciare il fatto è il parlamentare leghista bergamasco Daniele Belotti: «È sconcertante la richiesta che stanno ricevendo in questi giorni i consiglieri comunali, assessori e sindaci da parte dell'Inps di restituzione del bonus di 600 euro euro percepito a marzo e aprile, come stabilito dal Decreto Cura Italia, in qualità di lavoratori autonomi o operai agricoli o lavoratori dello spettacolo o domestici. Siamo di fronte all'ennesima ottusità burocratica. Invece di incentivare la partecipazione popolare si mortifica e penalizza chi si mette a disposizione della propria comunità per spirito di servizio, non certo per guadagnare».

Una lettera dell'Inps con cui si richiede la restituzione delle indennità ricevute

Belotti continua spiegando «che il settanta per cento dei 7.903 Comuni italiani ha una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti, con indennità per i consiglieri comunali di poche decine di euro l'anno che diventano poche centinaia per assessori e sindaci. Non si può certo pensare che non abbiano diritto per la loro attività professionale, già sacrificata per l'impegno pubblico, ai 1.200 euro ricevuti la scorsa primavera».

Il parlamentare leghista rende quindi noto di aver «presentato un ordine del giorno al decreto Milleproroghe, con la speranza che possa essere recepito direttamente nel testo del decreto dal neoministro del Lavoro, Orlando, per rettificare questa palese stortura verso le migliaia di amministratori comunali dei piccoli Comuni, in particolare per quelli delle realtà al di sotto dei centomila abitanti».

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