Retroscena Sabb

Lo schema di Giudici che fa tremare Gandolfi. Il segretario dem: «Riva un presidio»

Centrodestra all'attacco: il segretario dem vuole tagliar fuori Forza Italia, pilastro della Provincia. Lui replica: «Qualcuno cercava di impacchettare Sabb in solitaria, sulla testa dei sindaci»

Lo schema di Giudici che fa tremare Gandolfi. Il segretario dem: «Riva un presidio»
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di Wainer Preda

La società è piccola. Ma le conseguenze politiche potrebbero essere grandi. Cresce la tensione fra i partiti bergamaschi per il rinnovo dell’amministratore unico di Sabb (Servizi ambientali Bassa Bergamasca), Spa partecipata da 31 Comuni di laggiù e costola della più nota Geco che si occupa della raccolta rifiuti in 87 paesi bergamaschi.

Questione di poltrone, direte. No, qualcosa in più, visto che le fibrillazioni dalla pianura potrebbero arrivare dritte dritte in via Tasso, con conseguenze imprevedibili sulla Provincia.

Il segretario provinciale del Pd Gabriele Giudici getta acqua sul fuoco: «Credo che su Sabb e di conseguenza su Geco, la priorità sia la buona gestione della cosa pubblica. È prioritario che i sindaci si parlino e trovino una sintesi, senza che i partiti si intestino queste dinamiche».

La versione del centrodestra

Fonti di centrodestra però raccontano uno scenario un po’ diverso. Da almeno 6 mesi, sostengono, il Pd starebbe lavorando a un accordo politico con la Lega trevigliese per portare al vertice di Sabb l’ex segretario piddino Gabriele Riva, già sindaco di Arzago. Un’intesa favorita dal fatto che la corrente dem di Giudici e Riva aveva in mano il Comune di Romano di Lombardia, azionista al 10 per cento e determinante per gli assetti di Sabb.

Gabriele Riva

Sennonché la scorsa settimana, il centrodestra vince il ballottaggio a Romano con il forzista Gianfranco Gafforelli e sfila sotto il naso il Comune a Giudici e compagni, aprendo la strada a una soluzione diversa in Sabb. Da scegliere fra i 7 che, già da tempo, avevano avanzato la loro candidatura a amministratore unico della società. Fra cui Riva, appunto, ma anche l’azzurro Marco Signorelli (vicesindaco di Mornico) e l’attuale numero uno di Sabb Marco Lizza. Sono 16 in tutto le candidature presentate, comprendendo anche il collegio sindacale e i revisori. Riva al Corriere Bergamo ha detto di «non essere interessato al ruolo», ma il curriculum l’ha comunque presentato. «Per evitare che qualcuno giocasse con le opacità» del bando scaduto il 27 giugno, ha aggiunto.

Gianfranco Gafforelli e Alessandro Sorte

La vittoria di Romano, dicono però dal centrodestra, avrebbe di fatto rotto le uova nel paniere a Giudici. Il giovane segretario dem, sostengono sempre le fonti, per contro avrebbe risposto con l’aut aut: se non Riva, chiunque altro tranne un azzurro.

Presa di posizione legittima, per carità. Ma già vista, con effetti da Waterloo, nella vicenda delle nomine agli Istituti Educativi. Allorquando Giudici cercò di portare Riva alla presidenza, facendo sponda con la Lega trevigliese, nell’intento di tagliare fuori gli azzurri. E finita invece con la presidenza a Forza Italia (a Ivan Tassi), i dem dimezzati nel consiglio d’amministrazione della prestigiosa Fondazione, e un posticino da segretario generale per Riva.

I rischi in Provincia

Sono passati sei mesi da quella Caporetto. Eppure, dicono da centrodestra, Giudici sembra riproporre lo stesso schema. La conventio ad excludendum verso i forzisti. Sempre fallita finora. E che rischia, per giunta, di far venire un coccolone al presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, piddino che governa via Tasso proprio grazie all’appoggio degli azzurri.

Forza Italia è determinante alla sua maggioranza. Gandolfi non ha mai fatto mistero di non volersi legare mani e piedi alla sola Lega in Provincia (specie a quella trevigliese che da sempre pretende di giocare su un tavolo diverso da quello del segretario provinciale del Carroccio Fabrizio Sala).

E mentre il sindaco di Treviglio, Yuri Imeri, se ne sta in posizione defilata, il risultato è che la strategia di Giudici rischia di mandare a gambe per aria gli attuali equilibri provinciali. E oltretutto espone la “testa” di Gandolfi alla ghigliottina nel 2025. Sì perché, dopo ultime elezioni comunali, il centrodestra sarà maggioranza al prossimo giro in Provincia. E Forza Italia - oggi punto di equilibrio della grande coalizione con Lega e Pd - spinta a cambiare posizione dalle improvvide mosse del segretario dem, potrebbe cedere alle sirene di Fratelli d’Italia che da sempre vuole un centrodestra unito in via Tasso. E allora bye bye Gandolfi. E tanti saluti al Partito Democratico nell’esecutivo provinciale. Cosa che peraltro Giudici, per coerenza con la linea Schlein, non ha mai escluso. Facendo venire più di un brivido ai dem più avveduti. Gandolfi compreso.

Giudici contrattacca: «Riva a presidio»

«La candidatura di Riva è stata fatta (e lo ringrazio) perché qualcuno cercava di impacchettarla in solitaria sulla testa dei sindaci», tiene a precisare il segretario del Partito Democratico.

Il Segretario provinciale Pd Gabriele Giudici

«Riva  ha detto più volte che il suo nome era a "presidio". Cosa che ho detto anche io e ho ribadito la necessità che i sindaci si parlino per trovare un assetto su Sabb e Geco che garantisca la migliore gestione, a prescindere dai partiti».

«Qui c'è chi semplicemente pensava di impacchettarla in autonomia senza coinvolgere gli amministratori - contrattacca Giudici -. Noi non siamo contro ai nomi di nessuno, semplicemente credo che sia opportuno che su aziende partecipate di questo tipo la gestione venga fatta garantendo la trasversalità del dialogo fra i sindaci».

«Noi siamo sereni e l'unica cosa che vogliamo garantire è il coinvolgimento dei sindaci. Nessuno scontro in atto, solo richiesta di una condivisione che parta dai sindaci. Non siamo contrari ai nomi di nessuno. Come già detto. Percepisco eccessivo e ingiustificato nervosismo», conclude Giudici.

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