Il punto

Parla il segretario Fabrizio Sala: «Ma quale crisi, la Lega bergamasca sta benone»

Dopo le contestazioni, il leader provinciale precisa: «In crescita i tesserati sostenitori, feste in tutta la provincia, 94 sezioni». E Salvini è insostituibile

Parla il segretario Fabrizio Sala: «Ma quale crisi, la Lega bergamasca sta benone»
Pubblicato:

di Wainer Preda

«La Lega bergamasca è in salute. Lo dimostrano il numero di iscritti, le nostre sezioni e la partecipazione dei militanti alle nostre feste». Parola del segretario provinciale del Carroccio Fabrizio Sala che risponde così ai giornali che adombrano una Lega in crisi di consensi e in preda alle contestazioni.

Tutto parte da una delle feste di cui sopra. Palazzago, domenica 25 febbraio. Prendendo spunto dalle critiche sul tonfo leghista in Sardegna avanzate da Luca Zaia (piccato dopo il no al terzo mandato per i governatori), l’ex deputato Paolo Grimoldi afferra il microfono e spara alzo zero. «Sono d’accordo con Zaia: preferivo la Lega Nord alla Lega di oggi. Mi onoro di essermi tesserato alla gloriosa Lega lombarda nel 1991, ora vedo che il partito, per finanziare il ponte sullo Stretto di Messina, in un anno alza per tre volte il pedaggio delle nostre autostrade. Facevo prima a tesserarmi all’Udeur». Tiro facile, acchiappa applausi. E giù critiche alla linea nazionale e europea.

Una settimana dopo. Pontida. Nottetempo, ignoti (ma neanche tanto) appendono uno striscione sul “sacro” pratone. Poi diffondono le immagini e un messaggio in rete. Contestano la gestione del Carroccio, il cerchio magico di Matteo Salvini. Ce l’hanno con «lecchini e yessman». Vorrebbero un nuovo inizio per il partito. E un congresso con la scopa di maroniana memoria. Si appellano ai «militanti veri». Alla «vera Lega».

Eppure, su quello stesso prato, pochi mesi prima, c’era stato uno dei raduni più partecipati di sempre. Code infinite di bus, migliaia di militanti, da tutta Italia. E nessuno che abbia detto una sola parola contro Salvini. Solo uno sparuto striscione in cima alla montagna. Di nostalgici di una Lega che non c’è più. Ma non da oggi. Da vent’anni. Mentre laggiù, sul pratone, si levavano gli osanna «Matteo, Matteo».

Sì perché una cosa è il dissenso - legittimo, persino necessario in un partito -, altro mettere sulla graticola l’intero Carroccio, dal leader in giù. Che Salvini sia stato autore di errori di strategia è assodato. Ma lo sanno tutti nella Lega: finché è lui che porta i voti, non può essere messo in discussione. Perché l’alternativa può anche essere un ritorno alle origini, al partito regionale del Nord. Ma con una sostanziale irrilevanza nazionale, per giunta in un governo di norma “romano centrico”.

È vero, il dato in Sardegna spaventa. Ma trasferirlo, tout court al resto del Paese suona quell’attimo strumentale. «In Bergamasca i tesserati sostenitori sono 1.500, in crescita rispetto all’anno precedente - spiega Sala -, i tesserati militanti 1.100 quanti l’anno prima. Questo mi fa dire che la Lega bergamasca gode di ottima salute». Non solo. «Siamo (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 14 marzo, o in edizione digitale QUI

Commenti
Franco

Ma questo SALA dove vive ?? Ultime elezioni politiche : al NORD il primo partito è FDI . Ultime elezioni regionali una catastrofe dove Forza Italia DOPPIA le lega del CAPITONE. In bergamasca quasi ogni paese aveva la sua seda e la sua festa e oggi? Menziono solo il mio paese Levate e Verdello : sedi chiuse e sono rimasti solo il gatto e la volpe come militanti. Sapevo che il capitone era il classico BAUSCIA MILANESE, ma il peggio è che si è circondato da venditori di fumo anche in provincia..

Francesco Giuseppe

Intanto che sono seduti a roma, roma si continua a pappare 50 mld di € di residuo fiscale ogni anno dai Lombardi, Bergamaschi compresi (cioè 50 mld di € che i Lombardi versano a roma ogni anno, in più di quanto ricevono). OGNI ANNO! Soldi con cui potremmo fare un ponte sopra tutta la Val San Martino, da Bergamo a Lecco, percorso per il quale ci vuole almeno un'ora e un quarto.

Luca

"L'alternativa può anche essere un ritorno alle origini, al partito regionale del Nord. Ma con una sostanziale irrilevanza nazionale". Quando eravamo irrilevanti sul piano nazionale portavamo un milione di persone sul Po e facevamo paura a Roma. Adesso che voi siete rilevanti a livello nazionale siete belli comodi in quella stessa Roma che dicevate di combattere, fate le fusa come gattoni contenti e mandate i nostri soldi nello spreco chiamato ponte di Messina. Se questo è essere rilevanti.... Caspita che rilievo!!!!

Seguici sui nostri canali