Pnrr, altri 905 milioni per la rigenerazione urbana: fondi anche a Seriate, Dalmine e Treviglio
Le tre amministrazioni erano rimaste escluse dai fondi stanziati dal primo bando. La soddisfazione dei parlamentari bergamaschi del Carroccio
Dopo la delusione per essere rimasti esclusi dal bando sulla rigenerazione urbana contenuto nel Pnrr, per i Comuni di Seriate, Dalmine e Treviglio è tempo di buone notizie. Grazie a un ulteriore stanziamento di 905 milioni da parte del Governo, infatti, potranno essere finanziati anche i progetti presentati dalle tre amministrazioni bergamasche.
«Grazie alla pressione della Lega, con i suoi ministri, con i suoi parlamentari lombardi e bergamaschi, si è posto rimedio alla penalizzazione dei Comuni del Nord a causa dell’indice di vulnerabilità, un dato complesso basato sul reddito pro capite, che aveva determinato, di fatto, l’esclusione dal precedente bando di due terzi dei Comuni lombardi che avevano fatto domanda», commentano i parlamentari bergamaschi del Carroccio Roberto Calderoli, Tony Iwobi, Simona Pergreffi, Daisy Pirovano, Daniele Belotti, Rebecca Frassini, Cristian Invernizzi e Alberto Ribolla.
Nella nostra provincia, solo Bergamo era riuscita ad accedere, per il rotto della cuffia, ai fondi stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Palazzo Frizzoni all’inizio di gennaio si era aggiudicata 20 milioni di euro, mentre Seriate, Dalmine e Treviglio erano rimaste a bocca asciutta.
«In provincia - aggiungono i parlamentari leghisti - solo Bergamo era riuscita a ottenere i finanziamenti vista la corsia preferenziale per i capoluoghi di provincia. Ora anche i progetti per il centro civico e l’ex chiesa di Santa Maria “La rossa” di Treviglio, la riqualificazione della scuola Aldo Moro di Seriate e gli interventi su alcune scuole di Dalmine potranno essere finanziati. Un risultato importante ottenuto con un gioco di squadra a più livelli istituzionali che la Lega è stata in grado di costruire».
«Ora - concludono i deputati e senatori della Lega di Bergamo - continuiamo il pressing perché il prossimo bando riservato ai paesi sotto i 15 mila abitanti non preveda criteri iniqui per i Comuni del Nord».