Posizioni diverse

ReArm Europe, Rossi e Bertolotti soddisfatti del "no" del Pd (ma Gori ha votato "sì")

Il vicesegretario lombardo dei dem e quella bergamasca sottolineano il voto contrario e ricordano la presenza di Cecilia Strada a Bergamo il 16 maggio

ReArm Europe, Rossi e Bertolotti soddisfatti del "no" del Pd (ma Gori ha votato "sì")
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Dopo il voto di inizio marzo, in cui il Pd s'era spaccato in due, la scorsa settimana i dem al Parlamento europeo sono stati quasi compatti sul no alla «corsa al riarmo dei singoli 27 Stati» e il sì al lavoro complessivo dell’Unione in tema di politica estera e di difesa. Quasi, perché in realtà ci sono state ancora delle divisioni. Che "toccano" pure Bergamo.

Gori per la sua strada

Giorgio Gori

Il 12 marzo, il Pd si era spaccato nell’Aula di Strasburgo nel voto sul piano di riarmo europeo, con undici eurodeputati astenuti - come indicato dalla segretaria - e altri dieci che si erano espressisi a favore. In questo secondo gruppo c'era anche l'ex sindaco Giorgio Gori. Che anche la scorsa settimana (il 2 aprile) ha preso una strada leggermente diversa rispetto ai colleghi di partito.

Gori infatti, insieme a Pina Picierno (vicepresidente del Parlamento europeo) ed Elisabetta Gualmini (che però si è autosospesa essendo coinvolta nelle indagini sul cosiddetto "Qatar-gate"), è rimasto sulle proprie posizioni e ha votato a favore sia della relazione sulla difesa in generale, come tutti i compagni di partito (tranne Cecilia Strada e Marco Tarquinio), sia degli emendamenti riguardanti il piano di riarmo e la richiesta di aumento «urgente» delle spese militari dei Paesi oltre il 2 per cento del Pil, contro cui invece tutti gli altri dem hanno votato contro.

Rossi e Bertolotti: dalla parte del "no"

Proprio questo voto è al centro anche di un comunicato diffuso nelle scorse ore da Matteo Rossi, vicesegretario Pd Lombardia, e Alessandra Bertolotti, vicesegretaria Pd Bergamo. I due sottolineano la rispettiva soddisfazione per il no al riarmo e il sì alla difesa comune espresso a Strasburgo dalla maggior parte degli europarlamentari e ricordano che il 16 maggio, a Bergamo, sarà ospite Cecilia Strada.

Gori, su posizioni diametralmente opposte alle loro all'interno del partito, non viene mai citato, sebbene nel comunicato si faccia esplicitamente riferimento a «singole distinzioni» che «non cambiano e non appannano una linea che oggi è stata riaffermata dalla stragrande maggioranza della nostra delegazione».

Matteo Rossi e Alessandra Bertolotti

Di seguito, le parole di Rossi e Bertolotti:

«Nelle scorse ore, a Strasburgo si è consumata una frattura politica profonda: il centrodestra italiano si è spaccato sul riarmo europeo. Forza Italia ha votato a favore, la Lega contro, Fratelli d’Italia si è astenuta. Il dato di fatto è che sulla politica estera non c’è più una maggioranza di governo in Italia.

Come Pd abbiamo detto sì alla difesa comune europea, ma no alla corsa al riarmo dei 27 Stati membri. Abbiamo votato contro l’emendamento che approva il piano “ReArm Europe” e difeso il Trattato di Ottawa, che vieta mine antiuomo e bombe a grappolo.

La posizione del Partito Democratico esce rafforzata dopo il voto all’Europarlamento. Se nel mese di marzo all’interno della delegazione europea del Partito Democratico era emersa una spaccatura con dieci voti favorevoli al progetto ReArm Europe, oggi la situazione è diametralmente opposta, con la quasi totalità della delegazione che sul punto specifico ha votato contro. Le singole distinzioni sul no al RearmEu, e le dichiarazioni successive che le rivendicano, non cambiano e non appannano una linea che oggi è stata riaffermata dalla stragrande maggioranza della nostra delegazione, oltre che dai nostri gruppi parlamentari.

Nel momento in cui le divisioni delle forze di maggioranza mettono a rischio la credibilità dell’Italia, sarebbe responsabilità di tutti non alimentare confusione. La posizione del Partito Democratico è chiara, e, fra l’altro, sostenuta e promossa anche a livello territoriale dalla Direzione Provinciale bergamasca attraverso un documento specifico in cui si chiede di mettere la pace e la solidarietà al primo posto.

No al riarmo di 27 Stati, sì a una politica di difesa comune. Gran parte della Delegazione ha anche promosso un emendamento di condanna all’intenzione di alcuni Paesi europei di uscire dalle Convenzioni di Ottawa e di Oslo, che vietano l’uso, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento delle mine antipersona e delle munizioni a grappolo, ma purtroppo il Parlamento lo ha respinto.

Noi sentiamo la responsabilità di continuare a proporre la nostra visione dell’Europa e ci impegneremo a fondo per promuovere i veri valori europei, che non sono certo la corsa alle armi o la guerra. Il piano della presidente von der Leyen non ci convince. Permettere agli Stati di usare i fondi di coesione per comprare armi è un regalo a Trump, non una visione di pace.

Cecilia Strada

Ci teniamo a ribadire queste posizioni anche in vista dell’incontro con Cecilia Strada del prossimo 16 maggio, che sarà in visita in Bergamasca per raccontare e rappresentare le battaglie del gruppo europeo a favore della pace, della difesa comune e della conversione ecologica, nel ricordo di Alex Langer di cui ricorre il trentesimo anniversario dalla scomparsa».

Commenti
LP

Bello votare si quando poi in guerra ci vanno gli altri. Che poi ci dovremmo riarmare per difenderci da chi...la Russia? Dai siamo seri. Piuttosto armiamoci per chi davvero può essere un pericolo per noi, tipo Nord Africa.

gus

A mio avviso, Gori è più fuori che dentro il PD. Ormai ha conquistato la poltrona europea, come in antecedenza aveva conquistato quella di sindaco. Che si decida.

Luca

Debba avere .. errata corrige

Luca

Penso che ogni singolo stato deve avere una difesa , abbiamo le aziende che producono armi ...dobbiamo essere autonomi così come nell' energia , non Ripetiamo gli errori del passato . In merito ai dazi , per fare un esempio , in Cina come in India Filippine ... ci sono decine di milioni di consumatori di vino, molto più che in America, VITICOLTORI unitevi ed esportate idem per altri prodotti e non solo alimentari .

Claudio

"La posizione del PD esce rafforzata dopo il voto sul riarmo europeo", siamo a Zelig? Matteo Rossi e Gori sono sicuri di essere dello stesso partito?

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