Recovery Plan, il sindaco di San Pellegrino: «Così si emarginano i territori montani e fragili»
Secondo il sindaco Vittorio Milesi i progetti presentati per essere finanziati sarebbero troppo «bergamocentrici» e non guarderebbero alle necessità dell'intero territorio provinciale
Maggiore attenzione al territorio provinciale e, in particolar modo, alle fragilità croniche dei territori montani. Sono alcuni degli obiettivi che, secondo il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi, dovrebbero essere perseguiti nell’ambito delle opere che saranno finanziate grazie al Recovery Plan.
Nel Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo convocato il 29 gennaio scorso erano stati presentati ai parlamentari bergamaschi tre opere strategiche: un nuovo polo intermodale per interconnettere ferrovia, tram, trasporto pubblico locale e aeroporto attraverso la riqualificazione delle aree dismesse dello scalo ferroviario; un nuovo campus scolastico per ospitare 12 mila studenti; un nuovo distretto dell’innovazione esteso tra Bergamo, Dalmine e il Kilometro Rosso. Progetti, però, che per il primo cittadino brembano «hanno il limite di guardare ancora una volta, quasi esclusivamente, soltanto alle esigenze del capoluogo».
«Siamo consapevoli che non possa essere ignorata l’importanza di Bergamo per il fatto persino banale che li si concentra una percentuale importante della popolazione e di servizi di riferimento per l’intera provincia – spiega Milesi in una lettera indirizzata al presidente della Camera di commercio bergamasca Carlo Mazzoleni, al presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e ai senatori e deputati orobici -. Proprio per questo siamo altrettanto convinti che la restante parte del territorio provinciale meriti, non soltanto a parole ma nelle scelte concrete, qualche doverosa attenzione in più».
La Paladina-Villa d’Almè
Un anno fa a Zogno veniva presentato l’avanzamento della progettazione definitiva del lotto Paladina-Villa d’Almè per il completamento della tangenziale sud di Bergamo. Un’infrastruttura strategica per il futuro delle Valli Brembana e Imagna.
«Nonostante l’intervento figuri tra le opere prioritarie della Provincia da almeno una trentina d’anni – sottolinea Milesi - a distanza di un altro anno, che doveva essere decisivo per il completamento quantomeno della progettazione definitiva, non possiamo non constatare con amarezza che non sono stati fatti passi in avanti. Nessuno ha ritenuto che meritasse di essere inclusa tra quelle da rifinanziare (dopo i finanziamenti del 200 e del 2006) per garantire le condizioni per il mantenimento delle attività industriali e artigianali ancora presenti e per rilanciare lo sviluppo turistico di una tra le aree più deboli del territorio».
Dopo la realizzazione dei lotti Treviolo-Stezzano, Stezzano- Zanica e Treviolo-Paladina, in corso di esecuzione, la Paladina-Villa d’Almè è l’ultimo intervento per il completamento della tangenziale sud. Già a luglio dell’anno scorso, il sindaco Milesi e il vicesindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti avevano chiesto il suo finanziamento nel piano “Italia Veloce”.
Gli altri progetti
Il sindaco evidenzia anche la promessa al momento disattesa della realizzazione di un studio di fattibilità di un allungamento del futuro tram tra Bergamo e Villa d’Almè almeno fino a San Giovanni Bianco.
«Già dal 2004, con la riorganizzazione del servizio del trasporto pubblico, si erano enormemente rafforzati i collegamenti il capoluogo e l’hinterland – prosegue Milesi - Per la Valle Brembana sempre fino a Villa d’Almè, tagliando migliaia di chilometri al servizio di trasporto nell’area montana».
Vi sono poi i problemi legati all’accesso all’istruzione per chi vive nelle aree montane e quello strettamente legato alla viabilità. «Avremmo voluto sentire, almeno in qualche occasione, un accenno anche a coloro che vivendo all’estrema periferia della Bergamasca, dovendo utilizzare per i loro spostamenti strade largamente inadeguate, per raggiungere il capoluogo impiegano anche fino a 2 ore e mezza».
L’auspicio è che vengano definite politiche che valutino con maggiore equilibrio la situazione dell’intero territorio provinciale, sostenendo lo sviluppo delle aree in condizione di maggiore fragilità e svantaggio.
«La visione “Bergamocentrica” che si è consolidata in questi anni da un lato come conseguenza dell’indebolimento del ruolo della Provincia e dall’altro per il riemergere degli egoismi della città di Bergamo – conclude Vittorio Milesi -, non può non tradursi in un ulteriore impoverimento ed emarginazione in particolare dei territori montani».