Il pasticcio

Regione, Lega contro Fratelli d’Italia sulle modifiche al regolamento per la caccia

I meloniani hanno sostenuto compatti gli emendamenti, mentre i leghisti si sono divisi: alla fine le proposte sono state bocciate

Regione, Lega contro Fratelli d’Italia sulle modifiche al regolamento per la caccia
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Nubi di tempesta nella maggioranza in Regione: causa del disaccordo sono stati gli emendamenti, proposti ieri (giovedì 10 novembre) in Commissione Agricoltura, al regolamento venatorio. Le modifiche per venire incontro ad alcune richieste dei cacciatori, infatti, sono state bocciate da diversi esponenti della Lega, causando degli attriti con Fratelli d’Italia che invece le sosteneva a spada tratta.

La vicenda è riportata oggi dall’Eco di Bergamo: le modifiche riguardavano la detenzione e l’uso dei richiami vivi per la caccia da appostamento, allevamenti, criteri e modalità d’iscrizione, sanzioni amministrative statali e regionali e vigilanza venatoria.

In realtà, le posizioni sarebbero due: una è quella di Fratelli d’Italia con il consigliere Paolo Franco, il quale dopo la bocciatura degli emendamenti ha accusato chi ha votato contro di sostenere ai comizi le richieste dei cacciatori, per poi esprimere pareri diversi al momento delle delibere. «Questo non è un modo serio di fare politica, perché la parola data viene prima di tutto» ha affermato Franco. Gli emendamenti in questione erano stati presentati da Floriano Massardi e Alex Galizzi della Lega, con la sottoscrizione della capogruppo dei meloniani Barbara Mazzali. Tuttavia, al momento del voto il gruppo del Carroccio si è spaccato tra favorevoli e contrari, facendo naufragare il tentativo di modificare il regolamento.

Dall’altra parte, però, il consigliere regionale leghista Roberto Anelli ed il consigliere segretario dell’ufficio di presidenza Giovanni Malanchini, suo collega di partito, hanno dato una versione diversa: le modifiche, infatti, sarebbero presentate da anni al Pirellone, tuttavia se, nonostante il parere negativo dall’Ufficio legislativo, fossero approvate, verrebbero immediatamente impugnate dallo Stato. Prima di procedere, quindi, si dovrebbe attendere dei cambiamenti legislativi da Roma, per poi agire di conseguenza.

«Non si può promettere di sparare tutti i giorni, bisogna essere seri» ha detto Anelli. Gli ha fatto eco Malanchini, il quale ha parlato di «spettacolo indecente: consiglieri della mia stessa maggioranza che mi hanno chiamato per chiedere sostegno ad alcuni emendamenti col solo scopo di “portare a casa i voti dei cacciatori”, indipendentemente dal contenuto». Avrebbe allora deciso di esprimere parere contrario in quanto, al di là di alcune questioni di merito, il metodo per lui era inaccettabile.

Biasimo su quanto accaduto è arrivato dalla minoranza: Jacopo Scandella, consigliere del Pd, lo ha definito infatti «l’ennesimo teatrino sulla caccia da parte della maggioranza», spiegando che certi suoi membri «hanno fatto a gara a chi era più vicino al mondo dei cacciatori», con il risultato che, pur essendo arrivati a un nulla di fatto, alcuni leghisti per dimostrare la loro «falsa vicinanza» alla categoria, hanno comunque votato a favore.

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