Dopo le elezioni

Regione Lombardia, l'enigma Claudia Terzi e la caccia grossa agli assessorati

Si apre una battaglia all'ultima poltrona. Franco e Magoni rivendicano il posto nella giunta lombarda. Nella Lega, Anelli e Malanchini scalpitano

Regione Lombardia, l'enigma Claudia Terzi e la caccia grossa agli assessorati
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di Wainer Preda

Adesso il bersaglio grosso sono gli assessorati. Superate le elezioni regionali che hanno decretato la vittoria di Attilio Fontana e del centrodestra, la partita politica si sposta sulla composizione della giunta che guiderà Palazzo Lombardia.

Sedici assessorati e quattro sottosegretariati, l’esecutivo della Regione, ognuno con il suo budget multimilionario. E con la gestione degli investimenti, come il gigantesco “piano Lombardia” che negli ultimi due anni ha distribuito 3,86 miliardi di euro ai Comuni. Che prevede entro il 2027 interventi per un valore complessivo di sei miliardi. Che ha destinato oltre 2,1 miliardi ai paesi, nel settore infrastrutture. Che ha stanziato un miliardo di euro per la Sanità.

Una montagna di quattrini, di denaro pubblico che gli assessori e i consiglieri regionali hanno indirizzato e dovranno indirizzare. Perché al di là del teatrino di palazzo, è di questo che stiamo parlando, sebbene gran parte dei lombardi non l’abbia capito e abbia fatto spallucce, non andando alle urne.

Vittoria di Pirro?

Ma tant’è, le elezioni hanno sancito la vittoria del centrodestra. Vittoria di Pirro, a dire il vero, perché in realtà in cinque anni Fontana e i partiti che lo sostengono hanno lasciato sul campo un milione di voti. Il Partito Democratico, dal canto suo ne ha persi 400mila.

Solo Fratelli d’Italia è in crescita, se non altro perché era al 3,6 per cento nel 2018. E così ora i Fratelli fanno la voce grossa. Per bocca del coordinatore regionale (e ministro) Daniela Santanché chiedono 8-9 assessorati, ivi compreso quello, ricchissimo, della Sanità, oltre alla vicepresidenza della Regione.

Fratelli mica tanto

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Paolo Franco

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Lara Magoni

Lara Magoni

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Andrea Tremaglia (Fratelli d'Italia)

Andrea Tremaglia (Fratelli d'Italia) - 140 preferenze

Nel frattempo, in Bergamasca il consigliere regionale della destra Paolo Franco è già uscito sui giornali palesando la sua ferma volontà di avere un assessorato per sé. In virtù delle ottomila preferenze raccolte sul territorio. Lara Magoni, però, ne ha incassate solo 500 in meno e, particolare non trascurabile, è la donna più votata dentro Fratelli d’Italia.

Dunque, medesime, legittime, aspirazioni. Toccherà a Milano decidere. Tenendo conto degli equilibri interni al partito. Partendo dal presupposto che Paolo Franco ha voti reali, raccolti nei paesi, da mettere sul tavolo. Tali da porre in discussione la leadership del segretario provinciale Andrea Tremaglia, con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci (eufemismo).

In più, all’eventuale escluso andrebbe riconosciuto un “risarcimento”, sotto forma di un qualche ruolo. Difficile, invece, che arrivi un assessorato per Alberto Mazzoleni. Intendiamoci, il commercialista bergamasco ne avrebbe tutte le competenze. Ma il fatto di aver corso e essere giunto solo quinto, potrebbe scatenare le polemiche degli altri, dando il via a una ridda di ulteriori richieste, del tipo «perché a lui sì e a noi no».

Lega, una poltrona per tre

La Lega, dal canto suo, ambisce a incassare sei assessori in tutto. Di questi, uno dovrebbe essere appannaggio della Bergamasca. E qui le cose si complicano e parecchio. Perché gli aspiranti sono più di uno. In primo luogo Giovanni Malanchini che, riconfermato grazie ai voti raccolti nella Bassa Bergamasca, vorrebbe per sé l’assessorato all’Agricoltura.

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Giovanni Malanchini

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Roberto Anelli

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L'assessore regionale Claudia Maria Terzi

L'assessore regionale Claudia Maria Terzi

Anche Roberto Anelli, re della Bassa Val Seriana, aspira a un assessorato, per una questione di ruolo e credibilità: dopo aver fatto il consigliere regionale e poi il capogruppo in Regione, sarebbe la sbocco naturale. In più, alle scorse Politiche gli è stato chiesto un passo indietro per lasciare spazio ad altri. Dunque Anelli è in credito col partito.

Poi c’è il terzo incomodo: Claudia Maria Terzi (...)

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