Sgarbi replica alla sfida del soprintendente: «Farò rimuovere la ringhiera quando sarò ministro»
Per il critico d'arte la barriera resta «ridicola e grottesca, al di là delle interrogazioni parlamentari. Non durerà oltre il 2023, ne sono assolutamente certo»
Al contrario di quanto fatto dal deputato leghista Daniele Belotti, il collega e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha deciso di non raccogliere la provocazione del soprintendente Luca Rinaldi: non chiederà l’ispezione del ministro Dario Franceschini, né tantomeno presenterà un’interrogazione parlamentare per far sì che venga rimossa la ringhiera di Porta San Giacomo.
Ci penserà il tempo a farla sparire. Ne è convinto Sgarbi, tanto che in un video pubblicato su Facebook fissa già un possibile orizzonte temporale: il 2023, anno di fine legislatura che tra l’altro coincide con l’elezione di Bergamo e Brescia capitali italiane della Cultura. «Se toccherà a me essere un giorno ministro – dice Sgarbi – e, quindi, indicare linee che devono seguire i soprintendenti, dirò a Rinaldi di farla togliere. Se non sarò io ministro, sarà una persona che con la parte vincente ascolterà comunque me. Aspettiamo che il nuovo ministro arrivi. Questa ringhiera non durerà oltre il 2023, ne sono assolutamente certo».
Per Vittorio Sgarbi il dibattito si chiude qui, anche se non manca di lanciare un’ultima stoccata al soprintendente. «Non credo che valga la pena polemizzare ulteriormente – spiega -, basta che voi guardiate la differenza che Rinaldi finge di non vedere. Così era prima, così è adesso. Che la Sovrintendenza si compiaccia che sia così è la prova di un cattivo gusto che è arrivato molto lontano. Questa cosa resta indegna caro Rinaldi. Che tu non l’abbia voluto riconoscere è forse per una mediazione politica con il Comune, che non è ciò che tocca al soprintendente».
Per il critico d’arte la barriera resta «ridicola e grottesca, al di là del fatto che si faccia un’interrogazione parlamentare. Non è una sfida a tempi brevi, è a tempi lunghi – conclude Vittorio Sgarbi -. Chi vivrà vedrà, quanto fatto resta un orrore e la tua dichiarazione politica è una bugia. Sai benissimo che questa è una schifezza e che a Bergamo non è tollerabile».