Sistemazione delle lapidi dei caduti della Repubblica sociale, Angeloni: «Inutile la mia presenza»
Secondo il consigliere Filippo Bianchi, però, l'assessore ha eluso la questione da lui posta attraverso un'interpellanza
«Credo che la presenza di persone non competenti in loco vada solo a scapito di un’esecuzione rapida dei lavori di ripristino». Di conseguenza, l’assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni non sarà presente al cimitero Monumentale nel momento in cui verrà avviato il restauro delle dodici tombe con le salme dei caduti della Repubblica sociale italiana, danneggiate da alcuni vandali.
Il raid vandalico è avvenuto alla fine di gennaio. Nell’occasione alcuni ignoti, dopo essere entrati nel campo santo, avevano rotto le fotografie poste sulle lapidi. Un gesto che era stato condannato duramente dalla politica cittadina, in particolare dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Andrea Tremaglia e Filippo Bianchi, entrambi autori di due diverse interpellanze.
«Non ho competenze tecniche di questo genere – si legge nella risposta inviata a Bianchi - pertanto ritengo inutile la mia presenza e quella del sindaco; nemmeno lui ha, per quanto mi risulta, competenze tecniche in materia di lapidi e del loro restauro». Pur non essendo fisicamente presente durante i lavori di ripristino, Giacomo Angeloni ha condannato più volte l’atto vandalico, definendolo un «gesto antidemocratico e irrispettoso nei riguardi dei defunti».
Una risposta che, però, non soddisfa il consigliere Bianchi. Il quale, infatti, sottolinea di non aver mai chiesto ad Angeloni e a Gori di presenziare durante i lavori di sistemazioni delle lapidi. «Nella mia interpellanza, il cui testo è chiaro, chiedevo se l'assessore e il sindaco non ritenessero opportuno, in seguito alla sistemazione delle lapidi, partecipare a un momento di raccoglimento assieme ai parenti dei caduti. Con la sua risposta, l'assessore Angeloni ha aggirato la questione, senza così rispondere alla domanda posta nell'interpellanza, che aveva ben compreso, anche a seguito di un recente colloquio durante il quale mi faceva invece intendere la sua disponibilità a essere presente, dubitando invece della presenza il sindaco. Mentre le Istituzioni dovrebbero dare l’esempio, affinché nella società sia pacifico che esistano dei limiti, imposti a tutti e non solo a una delle parti, e non vengano legittimati futuri atti inenarrabili in nome di un’ideologia politica di parte, l'assessore Angeloni non ha neppure il coraggio di rispondere a un'interpellanza, in cui viene richiesta la sua presenza istituzionale quando le lapidi saranno ripristinate, assieme ai parenti dei caduti. Aggiungo che le profanazioni dei sepolcri, in particolare per motivazioni politiche, non sono solo un gesto "di cattivo gusto", come ha recentemente dichiarato alla stampa l'assessore Angeloni, ma gravissimi atti di barbarie che denotano anche la mancanza di capacità di comprendere che esistano dei valori etici, pre-politici, superiori ai valori politici, valori che anche l'Amministrazione comunale di Bergamo sembra completamente ignorare».
Dopo aver scoperto l’atto vandalico, gli uffici comunali, di concerto con la polizia locale, avevano sporto denuncia. Nel merito la Digos ha avviato un’indagine, per risalire all’identità degli autori del gesto che per il momento pare non essere stato rivendicato da alcun gruppo.
«Abbiamo provveduto quindi a interrogare l'assicurazione del Comune e stiamo attendendo che si esprima in modo compiuto – conclude l’assessore Angeloni -. È già in agenda della direzione del cimitero un sopralluogo con il broker per osservare e constatare i danni. Per accelerare i tempi, la direzione dei Servizi cimiteriali ha già richiesto quattro preventivi ad altrettanti marmisti specializzati per l’esecuzione dei lavori. In stretto raccordo con l'associazione che si preoccupa del campo violato dall’azione vandalica, inoltre, valuteremo tempi e modi del ripristino dei luoghi».