l'annuncio di Regione Lombardia

Tutta la provincia di Brescia e otto comuni bergamaschi in «zona arancione rafforzata»

A Viadanica, Adrara San Martino, Predore, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso, oltre che in tutta la provincia di Brescia, chiuse tutte le scuole, obbligo delle mascherine chirurgiche e dello smart-working, divieto di raggiungere le seconde case. Cambio in corsa anche del piano vaccinale

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Il contagio del Covid è nuovamente esploso nel Bresciano, arrivando a toccare anche i Comuni bergamaschi al confine tra le due province. La diffusione della variante inglese a Brescia è presente al 39 per cento nel totale dei nuovi contagiati e preoccupa non poco le autorità sanitarie lombarde e nazionali. Per questa ragione, in accordo con il Ministero della Salute, il presidente Attilio Fontana emanerà un’ordinanza che porrà tutta la provincia di Brescia e i comuni bergamaschi di Viadanica, Adrara San Martino, Predore, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso in “zona arancione rafforzata”. Il documento, secondo indiscrezioni, dovrebbe entrare in vigore già da questa sera.

«Oltre alle normali misure per la zona arancione – spiega il vicepresidente Letizia Moratti – è prevista anche la chiusura delle scuole elementari, infanzia e nidi (quindi verranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado), divieto di recarsi nelle seconde case, utilizzo di smart working obbligatorio dove possibile, obbligo di utilizzo delle mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto e chiusura delle attività universitarie in presenza».

«Balza agli occhi la situazione in provincia di Brescia, che ha un’incidenza di contagi doppia rispetto alle altre province – aggiunge Guido Bertolaso -. Ci troviamo di fatto di fronte alla terza ondata di diffusione della pandemia. È su questo punto che dobbiamo intervenire immediatamente. Al contrario dei normali cittadini fra il personale sanitario e gli anziani delle Rsa i contagi non si sono verificati perché sono stati sottoposti a vaccinazione, anche coloro che hanno ricevuto solamente la prima dose di vaccino».

Cambia (in parte) il piano vaccinale

Per questa ragione è stata decisa anche una parziale rimodulazione della campagna vaccinale. «Abbiamo chiesto al Ministero la rimodulazione delle schedule vaccinali in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose – specifica Moratti – o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione, ipotesi validata da esperienze in corso in altri Paesi. Questo ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità di vaccino che ad oggi è una risorsa scarsa».

Sentito il parere del Cts nazionale e altri esperti Bertolaso ha anche annunciato nuove contromisure per contenere la diffusione del contagio. In particolare, per mitigarne la diffusione saranno vaccinati prioritariamente i residenti dei comuni limitrofi alle zone più colpite. Si tratta di una platea di circa 120 mila abitanti, che saranno vaccinati a partire da giovedì (25 febbraio).

Verrà comunque data priorità a tutti gli over80 della Lombardia. «L’arma più efficace e l’unica è il vaccino, ne abbiamo un certo quantitativo e purtroppo non sono sufficienti – evidenzia il consulente di Regione Lombardia -. Sulla base di esperienze internazionali, vaccineremo i territori maggiormente colpiti per ridurre l’incidenza della malattia e il numero di ospedalizzazioni. Utilizzando anche soltanto una singola dose. Questo non significa che non effettueremo i richiami, ma che è possibile allungare i tempi della somministrazione della seconda dose».

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